Regna l’ottimismo tra gli addetti ai lavori, che sperano quest’anno di bissare i già importanti risultati raggiunti nel 2006.

Molti imprenditori (il 44%), interpellati dalla redazione del sito wineitaly sentono "a pelle" che il 2007 sarà un anno positivo, il 12% si aspetta un 2007 molto positivo. Il 95% delle cantine più importanti d'Italia intervistate (50 in totale) ritiene che il 2007 sarà un anno di boom per l'export del vino italiano e considera come principali Paesi/mercati per l'export dei vini italiani gli USA, Gran Bretagna, Russia, Canada, Giappone e India. Sono ritenuti invece Paesi/mercati "out" per i nostri vini la Germania (un tempo fra i "clienti" di riferimento per le imprese vitivinicole italiane) seguita da Francia, Cina, Svizzera e Italia, che resta un mercato in difficoltà.

Secondo gi addetti ai lavori, inoltre, sono premiate le strategia aziendali che hanno puntato sull’horeca (hotel/ristoranti/catering), enoteche/wine bar e grande distribuzione.

Le principali preoccupazioni per il futuro sono:
1. la possibilità di perdita della nostra competitività internazionale (per il 31% del campione);
2. la ancora persistente debolezza nei consumi (26%);
3. la concorrenza dei Paesi del Nuovo Mondo (17%);
4. le incognite politico-economiche (13%);
5. incertezza sul futuro (10%);
6. problemi valutari (3%).

Le azioni ritenute fondamentali per rafforzare la competitività del vino "made in Italy" sono:
1. aumentare gli investimenti sulla formazione e per la conquista di nuovi mercati;
2. ripensare le politiche di promozione attuate dal nostro Paese, evitando spezzettamenti fra enti e organizzazioni varie;
3. puntare su un avanzamento legislativo del comparto sia in sede comunitaria che nazionale, per snellire i pesanti obblighi burocratici del settore vitivinicolo;
4. combattere la "polverizzazione" delle aziende vitivinicole italiane.