L’impatto maggiore per le imprese è l’apertura a nuovi modelli di creazione del valore. Con il Web 2.0, il basso punto d’entrata per competere sulla composizione applicativa e l’apertura alla partecipazione, crea un’“economia di coda lunga”. La “coda lunga” favorisce l’ingresso di piccole aziende con prodotti meno cari che costringono i pochi vendor dominanti a calare i prezzi, anche finendo con l’alzare un poco i propri: l’effetto complessivo sposta il peso del mercato su un maggior numero di prodotti e servizi più granulari, e riduce il numero di clienti “catturati” da un solo vendor.

Rispetto al canale di fatturato tradizionale (primo Web incluso), Gartner riconosce in generale che Web 2.0 consente un allargamento del ventaglio dei ritorni, sfruttando, oltre alla produzione di contenuto “in coda lunga”, il business di aggregare l’accesso “ovunque e in qualsiasi momento” attraverso piattaforme multiple (e in economia di scala), nonché il finanziamento derivante dalla pubblicità mirata a gruppi di interesse.

Sulla scia dei cambiamenti imposti dal web 2.0 diventa necessario per le imprese ripensare i propri modelli organizzativi. In un contributo apparso su L'Espresso lo scorso 31 agosto si riflette sugli impatti del social network e della logica partecipativa sulle imprese.

Socializzare sul Web non solo è centrale per lo sviluppo del mondo relazionale dei giovani, ma è anche fondamentale per il futuro della grande industria occidentale. In un'epoca in cui le innovazioni tecnologiche e commerciali arrivano spesso da paesi saltati direttamente dalla fase agricola a quella digitale, gli imprenditori del primo mondo devono far proprie le dinamiche collaborative sorte dai social network su Internet. E quindi aprirsi alla creatività e agli apporti che provengono dai paesi di tutto il pianeta, a partire da quelli asiatici.

Nell'articolo de L'espresso sono presenti alcune interessanti riflessioni di John Chambers, amministratore delegato e presidente della Cisco, considerato uno dei principali conoscitori del mercato globale. "Opero nel campo dell'Information technology da oltre vent'anni. Negli ultimi dieci ho visto Internet facilitare l'avvento di una nuova era di innovazione che ha spinto la produttività, i modelli aziendali e l'intrattenimento a livelli che non hanno precedenti nella storia dell'umanità. Adesso entriamo nella seconda fase di questa rivoluzione innovativa: una fase nella quale i network sociali diventeranno la piattaforma sulla quale transiteranno tutti i contenuti della comunicazione, dal video alle immagini, dalla voce ai servizi e da questi ai dati. L'hanno inventata i nostri giovani e l'hanno chiamata collaborazione Web 2.0."

Il 2006 è stato l’anno in cui si è affermato in maniera prorompente il potere della collaborazione, che avrà certamente ripercussioni sul mondo imprenditoriale, sul modo in cui si produce e si organizzano le aziende. “Non siamo più – racconta Chambresnella fase nella quale si può sopravvivere pensando solo ai risultati di bilancio del prossimo trimestre. Le aziende che fanno così soccomberanno alle dinamiche del mercato. La chiave del successo è capire dove va l'industria del proprio settore e adottare una strategia per posizionare l'azienda alla sua guida. […] Questo è un risultato che si può ottenere ascoltando attentamente i propri clienti, stabilendo partnership ovunque. La prossima ondata produttiva non arriverà dalla personalizzazione, ma dalla collaborazione, dal capire come si fa a costruire un network in grado di trasmettere tutti i tipi di contenuto."

I giovani con i network sociali alla MySpace, YouTube, Second Life hanno introdotto un’innovazione che ha avuto influenze non solo sulla produttività ma anche sulla maniera in cui si perseguono gli obiettivi di mercato e sui modelli aziendali.

“Ci troviamo – prosegue l’AD di Cisco in una situazione rivoluzionaria, simile a quella della metà degli anni Novanta. Usando i wiki, il podcasting, la telepresenza e il blogging, impiegati e clienti modificano in tempo reale la strategia aziendale adattandola alle loro necessità e alle domande del mercato. È uno sviluppo industriale reso possibile dalla convergenza del video, che è uno strumento potentissimo, della voce e dei dati su un solo network e dal fatto che vi si può accedere da qualsiasi parte del mondo con qualsiasi strumento elettronico.”