L’Italia oggi è un Paese disilluso dalla politica e dalle istituzioni. La società si frammenta sempre più diventando una «poltiglia di massa» inconcludente e senza sguardo al futuro. E’ questo il quadro emerso dal 41° rapporto Censis sullo stato sociale del Paese. Oggi l’Italia continua a muoversi a velocità diverse: da una parte l’Italia che cresce e il cui sviluppo economico conferma dei trend positivi dovuti a ridotte minoranza (es. quella industriale che «non sprigiona le energie necessarie per uscire dallo stallo».)

Dall'altra una società in affanno, in cui imperversa violenza e sopraffazione come si evince dai recenti fatti di cronaca con un’indifferenza crescente verso gli altri. Non è un caso che il 76,1% degli intervistati ha dichiarato che «nessuno si preoccupa di ciò che accade agli altri», mentre per il 56,4% valgono «di più i propri interessi che gli altri». Una sfiducia che riguarda anche le istituzioni: il 52,4% afferma di essere poco o per niente soddisfatto dell’operato dello Stato. E l’Italia, resta un paese in cui imperversa un’illegalità diffusa. Il 22% della popolazione italiana (circa 13 milioni di persone) vive in zone in cui è presente la criminalità organizzata, soprattutto in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia ed esiste una tendenza dilagante a compiere infrazioni. Basti pensare che nei Comuni salgono al 52% le entrate derivanti dalle multe degli automobilisti.

Ma l’Italia è anche un Paese sensibile alle innovazioni attraversato, come altre economie evolute, da una rivoluzione digitale dovuto all’avvento della digitalizzazione e all’affermazione di nuovi media. Un processo che sta determinando una maggiore circolazione delle informazioni e la costituzione di una società ribattezzata della “conoscenza”. Ogni individuo nel nostro Paese teoricamente ha a disposizione 8 media e 20 modalità differenti per accedervi. Vecchi e nuovi media convivono nelle scelte delle persone, amplificando gli accessi individuali al mondo dei media. L’integrazione tra i media ne incrementa l’uso, coinvolgendo in questo aumento d’attenzione anche quelli tradizionali. Mai la lettura di libri e giornali in Italia aveva raggiunto punte così elevate.

TELEVISIONE: nel 2007 gli utenti televisivi sono passati dal 94,4% al 96,4% della popolazione, rafforzando ancora di più la natura universale di questo medium. La tv satellitare attira ormai il 28,3% (nel 2006 era il 17,7%) degli utenti di tv, mentre il digitale terrestre dal 7% è salito al 13,9%. Anche le altre forme di tv stanno facendo notevoli passi in avanti (es. tv via internet e tv via cavo), con un contributo più rilevante da parte delle giovani generazioni e delle fasce di popolazione con più alto livello di istruzione (tra diplomati e laureati un buon 94% segue la tv tradizionale, un 34,5% la tv satellitare e un 16,2% il digitale terrestre a cui si aggiunge anche un 7,1% di utenti di tv via internet e un 6,3% di tv via cavo).

CELLULARI: in Italia nel 2007 il cellulare ha raggiunto un indice di penetrazione dell’86,4% della popolazione (la penetrazione si riferisce al possesso di un telefonino) contro il 92,1% delle tv. Il telefonino è uno strumento d’uso quotidiano (per il 76,9% degli uomini, per il 92,6% dei giovani). E’ un “must” per la popolazione con più alto livello di formazione (lo possiede infatti quasi l’89% dei laureati contro il 67,1% delle persone con licenza elementare o media). E il numero di cellulari venduti continua a salire, trainato soprattutto da anziani over 65 e donne. La maggiore penetrazione riguarda i cellulari di tipo tradizionale: cresce anche la penetrazione di smartphone (lo ha il 34,9% degli italiani), mentre il videofonino resta appannaggio di una ristretta minoranza (il 9,3% utenti).

INTERNET: i fruitori della rete rappresentano ormai il 45,3% della popolazione, per lo più giovani (il 68,3% ha età compresa tra 14 e 29 anni).

GIORNALI: nel 2007 il 79,1% degli italiani è entrato in contatto con la stampa d’informazione quotidiana (quotidiani, free press e siti internet di quotidiani on line).

RADIO: è uno degli strumenti di punta della rivoluzione digitale. Nel 2007 ha raggiunto il 77,7% della popolazione italiana con punte dell’80,6% tra gli uomini, del 94,4% tra i giovani e dell’86,2% tra i più istruiti.

INTERNET: nel 2007 gli utenti di internet hanno raggiunto una quota pari al 45,3% della popolazione. Gli utenti abituali (si connettono almeno tre volte alla settimana alla rete) sono aumentati dal 28,5% del 2006 al 38,3% del 2007.

LIBRI: la lettura si è attestata su livelli interessanti, raggiungendo nel 2007 il 59,4% rispetto al totale della popolazione. Rispetto al 55,3% del 2006 il progresso non appare eccezionale, ma è notevole il passo in avanti dei lettori abituali, cioè di quanti hanno letto almeno tre libri nel corso dell’anno, che sono passati dal 39,4% al 52,9%. I meno istruiti rimangono al 42,3% complessivo, con un passaggio dal 27,9% al 36% dei lettori abituali. I più istruiti, invece, accrescono ancora il loro già elevato indice dei lettori in generale (dal 72,6% al 74,8%), ma portano i lettori abituali dal 54,7% al 68%.