I clienti internet hanno scarsissima capacità di attesa. In qualunque momento del giorno e della notte si collegano, cercano informazioni, eventualmente concludono un acquisto in tempi rapidi. Ad ogni richiesta cercano sempre pronte risposte.

Ritardi anche minimi nell’apertura di pagine di un sito ecommerce possono, quindi, essere molto negativi. Ecco perchè è più che mai valida la tesi “Siti ecommerce più veloci = più vendite”. 

Siti ecommerce più veloci. I Numeri

Qualche numero per avallare questa affermazione.

  • Un utente web attende in genere massimo 2 secondi. Dopo 3 secondi, il 40% dei clienti abbandona il sito. Il 38% dei clienti britannici abbandona siti o applicazioni che impiegano, per il caricamento, oltre 10 secondi.
  • Il 74% degli utenti da mobile abbandona il sito dopo 5 secondi Queste percentuali sono quantificate da Borland, una soluzione innovativa messa a punto dalla società Micro Focus (www.microfocus.it).

“E’ ora dimostrabile, dati alla mano, che gli utenti online perdono facilmente la pazienza quando non ricevono risposte adeguate e veloci” spiega Giuseppe Gigante, Regional Marketing Manager Micro Focus.

Va considerato che l’abbandono di un sito a causa di una lentezza da parte di un utente web può persino essere definitivo: è molto difficile che un utente vi ritorni in tempi successivi.

“Molti siti di ecommerce hanno perso opportunità di guadagno, a causa degli alti livelli di traffico, proprio nei periodi migliori, e proprio a causa del ritardo nel caricamento delle pagine”.

I Tool per Misurare la velocità di un Ecommerce

Attraverso un tool basato su Silk Performer, Borland ha analizzato l’andamento dei principali siti di e-commerce durante i periodi di picco, stabilendo una relazione certa tra velocità di risposta dei siti e risultato delle vendite. La conclusione è che 1 solo secondo di ritardo nella risposta determina in un sito.

  • 11% in meno di pagine visitate
  • 16% di riduzione nella customer satisfaction
  • 7% in meno di conversione della visita in acquisto
  • costerebbe ad Amazon 1,6 miliardi di dollari all’anno in termini di “mancate vendite”.

La performance dell’infrastruttura si traduce in un danno rilevante in termini di customer satisfaction. Meno pagine visitate determinano una maggiore probabilità di abbandono della pagina e quindi anche dell’acquisto.

Tra i casi italiani rilevati da Borland non mancano i grandi nomi come Expedia.it che fa registrare fino a 10 secondi di attesa (rispetto agli abituali 6) e Mondadori.it, con picchi di risposta fino a 17 secondi nei primi giorni di gennaio (più del triplo rispetto ai loro tempi di risposta standard).

Per un sito ecommerce è fondamentale che marketing e IT vadano di pari passo. Che senso avrebbe, ad esempio, spingere una promozione se poi l’infrastruttura IT non regge i picchi di traffico?

Di qua l’importanza di effettuare test “di performance e di carico […], simulando un carico misto, proveniente da diversi dispositivi, protocolli e browser, in un lungo periodo di tempo” conclude Giuseppe Gigante.

Un approccio basato su analisi e test può aiutare a massimizzare i risultati di business in caso di di picchi di traffico, dovuti a stagionalità o a particolari promozioni, ad offrire una migliore user experience, a favorire le vendita e garantire il massimo ritorno sull’investimento.

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