L’evoluzione e la crescita della comunicazione online è sempre più rapida. Si affinano di conseguenza strumenti ed analisi in grado di verificare l’efficacia di una campagna pubblicitaria già prima che questa venga messa online.

Dopo aver parlato del Budget in Advertising oggi ci soffermiamo su un particolare strumenti di comunicazione online: i Banner.
In questo senso il web e la sua velocità permette a chiunque (non necessariamente e solo agli addetti ai lavori) di rendere più EFFICIENTE le proprie campagne pubblicitarie con investimenti più bassi e tassi di conversione nettamente superiori ai media tradizionali (TV, Radio, Affissioni, ecc.).
In pillole qualche info in proposito suggerita dagli esperti di EyeTrackShop (www.eyetrackshop.com).

Quali Banner si guardano di più?

# Posizione dei banner.
Attualmente, la maggior parte dei siti web include un banner rettangolare (solitamente un leaderboard 728×90) in alto e uno più o meno quadrato (un medium rectangle 300×250) appena sotto, sulla spalla di destra.
Effettivamente questi 2 formati, in quelle 2 posizioni, registrano una buona visibilità: il leaderboard l’81%, mentre il medium rectangle il 74%.
Curiosamente, pochissimi layout hanno oggi una spalla sulla sinistra, dove invece pare che i banner si vedano meglio (84%) – cosa peraltro suggerita anche da vecchi studi di eye tracking effettuati da Google . Rimangono confermate le pessime performance dei banner in basso (below the fold): solo il 33% degli utenti visualizza il banner posizionato “sotto la piega” della pagina.

# Banner con visi.
Inserire visi umani negli annunci pubblicitari rimane una scelta vincente: una skin con i volti di un uomo e una donna è stata infatti guardata dal 100% degli utenti, rispetto a quella con un annuncio testuale che ha calamitato solo l’80% degli sguardi.

# Dal CPM al CPC. 
Mathias Plank, CEO di EyeTrackShop, propone il passaggio dal CPM (cost per mille) al Real CPM: il costo del banner viene legato alla sua visibilità all’interno della pagina, non solo in base alla posizione della creatività ma anche degli elementi che la caratterizzano (ad esempio, il Real CPM della skin testuale è inferiore a quella con i volti umani).
L’idea è simpatica anche se ritengo che il CPM sia un metro di valutazione ormai superato dal CPC (coast per click) che da un valore più facilmente misurabile dell’efficacia di una campagna online. GOOGLE ADSENSE (www.google.com/adsense/?hl=it ) e ZANOX (http://www.zanox.com/it/ ) hanno già adottato questo sistema di valutazione che presto diventerà lo standard anche per gli altri centri media e concessionarie pubblicitarie online.

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