Fanno riflettere i dati emersi da uno studio condotto di recente dalla IBM sulle medie imprese nel mondo.

“Inside the Midmarket”, questo il titolo dell’analisi, è stata effettuata su un campione di 1879 imprese localizzate in 17 paesi nel mondo (Usa, Regno Unito, Germania, Francia, Cina, India, Brasile, Giappone, Canada, Italia, Russia, Malesia, Australia, Messico, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, focalizzandosi sulle medie aziende (con un numero di dipendenti compreso tra 100 e 999 dipendenti).

L’analisi ha consentito di valutare i piani e le sfide industriali, le strategie di crescita e innovazione, i trend d’acquisto in ambito IT e i punti deboli tipici del settore relative delle medie imprese.

Le imprese interpellate sembrano non aver, in linea generale, rinunciato ai propri progetti e strategie nonostante le difficoltà economiche in atto. Non a caso le 5 tendenze chiave evidenziate dall’indagine sono:
1. Gestione delle informazioni: il 75% degli intervistati ritiene la gestione dei dati aziendali un’area critica e prioritaria. La raccolta e soprattutto la sintesi dei dati aziendali consente di trarre spunti rilevanti per migliorare il business in quest’epoca digitale in cui lòe informazioni si moltiplicano quotidianamente ad un tasso 8 volte maggiore rispetto ai volumi di dati archiviati in tutte le biblioteche americane messe insieme. E’ d’obbligo, quindi, per le imprese riuscire ad individuare i modi più efficaci per trasformare tali dati in un vero e proprio network di intelligence.
2. Più efficienza, informazioni ed un approccio “Customer-Centric” – aumento dell’efficienza e della produttività (80%), miglioramento del servizio clienti (74%) ed un uso più efficace delle informazioni (72%) sono le sfide più urgenti che le imprese devono fronteggiare Si tratta elementi in cima alla lista delle priorità aziendali, insieme al miglioramento dell’agilità commerciale e dei processi di decision-making. Quasi 3 su 4 intervistati ritengono fondamentale migliorare le capacità di prevedere i trend di mercato.
3. Investimenti in IT invariati – nonostante la crisi il 53% delle imprese ha dichiarato che i budget IT previsti dalle proprie aziende stanno aumentando. Il 37% ha dichiarato riportato un calo degli investimenti, mentre per il 14% gli investimenti sono rimasti sostanzialmente invariati. Chi continua ad investire lo fa perché convinto di poter aumentare l’efficienza, ridurre i costi in altre aree di business o avere migliori rapporti con i propri clienti.
4. Investimenti in IT – oltre i 2/3 terzi delle aziende interpellate sta provvedendo a realizzare i propri progetti IT chiave, quali, in ordine di importanza, l’affidabilità delle infrastrutture (75%), il Disaster Recovery (72%), la gestione delle informazioni (71%) e la sicurezza (68%).
5. Consulenti e non venditori di IT – muta il rapporto tra le medie imprese ed i provider IT. Il ruolo dell’IT è sempre più strategico nel raggiungere gli obiettivi di business. Un’impresa su 4 considera il rapporto puramente commerciale, mentre il resto degli intervistati vede il proprio provider IT come consulente tecnologico o informatico e consulente di business. Il 70% degli intervistati ritiene il parametro più importante nella scelta di un provider di servizi IT la capacità di offrire la competenza necessaria per contribuire a migliorare in maniera sostanziale il business.

E c’è ottimismo tra le medie imprese: il 50% circa di loro prevede di ottenere concreti benefici dai programmi in atto.

Infine, Cloud computing, green IT e social media sono aree ritenute strategiche dalle imprese. Del tutto assenti in un’indagine precedente condotta da IBM nel 2007 vengono viste oggi come decisive per migliorare le performances aziendali. Il 79% degli interpellati ha dichiarato di voler attuare o ha fissato obiettivi per attuare/ha già provveduto ad attuare soluzioni Green IT, seguite a ruota dai Social media/Web 2.0 (71%) e il Cloud Computing (69%).