Dal Quadro di valutazione 2009 sugli investimenti industriali europei in R&S pubblicato dalla Commissione europea, emerge che le imprese Ue hanno investito di più rispetto al 2007 (+l'8,1%), anche se un po' meno rispetto all'anno precedente (+8,8% nel 2007 vs. 2006).

Si tratta di un dato positivo, per il contesto economico nel quale è stato realizzato ed anche per le performances delle imprese Usa e Giapponesi, che hanno fatto registrare, nel corso del 2008, rispettivamente, un aumento di investimenti del 5,7% e del 4,4%.

“È una buona notizia – commenta il commissario europeo per la scienza e la ricerca, Janez Potoènik. – che nel 2008, in un contesto di crisi economica, le imprese dell'UE abbiano mantenuto il loro livello di investimenti per la ricerca e lo sviluppo: è la strategia migliore per uscire più forti della crisi. Dobbiamo sostenere gli sforzi delle imprese dell'UE e concedere incentivi volti a rafforzare i settori europei ad alta intensità di ricerca.“

Fuori dall’Europa, la frenata degli investimenti è stata più pesante. Ma nonostante la crisi ed il maggior calo degli utili di gestione in Europa (-30,5% contro il -19,1% statunitense), lee imprese europee hanno saputo reagire, continuando ad investire in innovazione. La crescita degli investimenti è molto più elevata nei Paesi emergenti: +40% in Cina, +27,3% in India, + 25,1% a Taiwan e +18,6% in Brasile.

Tendenze delle imprese – in testa alla classifica delle imprese che hanno investito di più nel 2008 in R&S svetta la giapponese Toyota, con 7,61 miliardi di euro. Soddisfacente la performance delle aziende statunitensi: nella top 10 ben 5 imprese hanno sede negli USA (tra cui Microsoft, General Motors e Pfizer). Due hanno sede in Europa: Volkswagen terza con investimenti in R&S per 5,93 miliardi di euro e la Nokia in ottava posizione. Fra i 50 maggiori investitori in ricerca e sviluppo vi sono 16 imprese europee e 18 statunitensi, in entrambi i casi 2 in meno rispetto al 2007; 13 sono le imprese giapponesi l'elenco da 13 imprese, 4 in più del 2007. Tuttavia le imprese UE che figurano fra le prime 50 hanno registrato un'intensità media di investimenti in R&S (investimento in R&S come percentuale delle vendite) più elevata delle imprese non UE: il 7,8% rispetto al 6,8%.

Tendenze del settore – negli USA la crescita della R&S è dominata dai settori ad alta intensità di R&S (settore farmaceutico, biotecnologia ed informatica); la crescita della R&S nell'UE è più uniformemente ripartita fra tutti i settori. Le imprese statunitensi hanno rafforzato la loro posizione dominante nel settore ad alta intensità di R&S, aumentando negli ultimi 4 anni gli investimenti del 35%, contro il 13,6% di quelle europee. Le imprese dell'UE sono in testa nei settori ad intensità di R&S medio-alta e medio-bassa (auto e componenti, apparecchiature elettroniche ed elettriche e prodotti chimici). Il settore farmaceutico e quello della biotecnologia consolidano la loro posizione come i maggiori investitori in R&S, sia a livello mondiale che negli Stati Uniti, con percentuali, rispettivamente, del 18,9% e del 25,0%. Molte industrie farmaceutiche hanno registrato un forte aumento degli investimenti in R&S, tra cui Takeda Pharm (+ 42,7%), Boehringer Ingelheim (+ 21,9%), Schering-Plough (+ 20,6%). Johnson & Johnson e Pfizer hanno diminuito gli investimenti in R&S di una percentuale tra l'1 e il 2%. Il settore delle auto e componenti è il terzo a livello mondiale, con un incremento degli investimenti del 17,1%, ma è il primo nella UE ed in Giappone, con percentuali rispettivamente del 25,0% e del 27,0%. Pur essendo questo il settore maggiormente colpito dalla crisi economica, l'anno scorso alcune imprese automobilistiche hanno registrato una crescita di R&S a due cifre: Volkswagen (+ 20,4%), Peugeot (+ 14,4%) e Fiat (+ 14,1%). Altre invece hanno considerevolmente ridotto gli investimenti in R&S, ad esempio Renault (−9,2%), Daimler (−9,1%), BMW (−8,9%), Ford Motor (−2,7%) e General Motors (−1,2%). Il Quadro di valutazione di quest'anno conferma la forte attività in R&S delle imprese operanti nelle tecnologie per l'energia rinnovabile. Le sei imprese UE di questo settore hanno registrato una crescita impressionante degli investimenti in R&S nel corso degli ultimi tre anni.

Il commissario europeo Janez Potocnik ricorda che è importante "costruire uno spazio di ricerca veramente europeo fa parte della risposta alla crisi, così come ne fanno parte gli interventi comunitari destinati a promuovere investimenti intelligenti in R&S. Mi rallegro anche per l'aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese UE operanti nell'ambito delle tecnologie a basso tenore di carbonio, che rappresentano nuove fonti di crescita e di occupazione nell'UE“. E conclude esprimendo soddisfazione per “l'aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese Ue operanti nell'ambito delle tecnologie a basso tenore di carbonio, che rappresentano nuove fonti di crescita e di occupazione”.