Mancano poche settimane all’arrivo del nuovo anno. Puntuale è partito il toto scommesse circa le tendenze di consumo che si affermeranno nel 2010. E diventa quest’anno ancora più importante riuscire ad intercettare per tempo i giusti bisogni da parte delle imprese. L’ultimo biennio, infatti, ha visto molte imprese entrare in crisi a causa del crollo delle vendite e degli ordinativi.

Alcune risposte buy a course of gost muscle hormone in a trusted possono essere reperite nel "Trend Report" diffuso dall'Osservatorio Internazionale Trendwatching, che anticipa le tendenze che caratterizzeranno il marketing e la comunicazione nel 2010 e che le imprese dovranno tenere conto sin d’ora per avere successo.

In ascolto dei clienti – Alle imprese ed agli addetti ai lavori del marketing e della comunicazione il report suggerisce di stare in ascolto dei clienti. E di farlo utilizzando soprattutto le moderne tecnologie: oggi i clienti hanno a disposizione molteplici canali e strumenti digitali per lanciare spunti e messaggi alle imprese. Chi riuscirà a cogliere e soddisfare i bisogni dei clienti, secondo il report ricaverà un indiscusso vantaggio competitivo. Internet e social media, responsabili della rivoluzione di abitudini e comportamenti di consumo, sono ritenuti strumenti utili a far crescere il business e forse anche a rilanciare le aziende.

Presidio del web – Internet facilita ed accelera la comunicazione. Molti consumatori si lasciano influenzare negli acquisti anche sulla base delle esperienze degli altri utenti, presenti su forum e social media. Questo flusso di notizie spesso sfugge alle aziende che, invece, dovrebbero cercare di presidiare meglio questo canale e rafforzare il dialogo con i consumatori per evitare che qualche utente, insoddisfatto, lasci commenti negativi. Perché molto del successo commerciale di un prodotto oggi è legato alle recensioni degli utenti in rete.

Comunicazione mirata – Nella società dei consumi avanzata, bisogna targetizzare non solo i prodotti, ma anche la comunicazione. E’ importante che i messaggi di comunicazione vengano pensati non più per un indifferenziato "consumatore medio", ma siano mirati in base al target di riferimento ed alla categoria merceologica di appartenenza del prodotto. Solo così sarà possibile raggiungere utenti assuefatti ai messaggi pubblicitari ed ormai difficilmente impressionabili.

Tracciabilità – Siamo ormai abituati al tracking dei voli aerei o della posta. Ma questi servizi in un futuro più prossimo potrebbero crescere. Il tracking della clientela, ad esempio, potrebbe aiutare le aziende a "tenere traccia" di tutte le operazioni ed attività dei propri clienti, riuscendo a confezionare promozioni, messaggi di comunicazione e prodotti adatti ad ogni singolo cliente. Potrebbero, ad esempio, essere realizzate campagne di comunicazione o inviati messaggi commerciali che tengono in considerazione il luogo di residenza dell’utente finale, gli acquisti effettuati in passato, i suggerimenti lasciati.

Originalità – Molte aziende producono “imitando” gli altri. Si va tutti nella stessa identica direzione, con il risultato che molti dei prodotti presenti sugli scaffali si presentano tra loro molto simili. Nel 2010 potrebbe risultare vincente lanciare prodotti esclusivi, che siano in grado di non trovare prodotti simili sul mercato e riescano ad imporsi come status symbol tra i clienti.

Sostenibilità Ambientale – emerge chiaramente il bisogno di sostenibilità ambientale nei consumatori e questo potrebbe influenzare i consumi, in termini di tipologie di prodotto e stili di consumo. Alle imprese non resta che rafforzare la propria trasparenza e correttezza verso i clienti, creando una comunicazione continua o addirittura una collaborazione con i consumatori in opposizione al concetto di pubblicità e imposizione di prodotti a senso unico, dall'alto verso il basso.

Responsabilità sociale – molte imprese hanno già sviluppato una propria responsabilità sociale. Questo approccio potrebbe crescere nel 2010, facendo aumentare le iniziative aziendali che destinano una quota del prezzo versato per un prodotto ad iniziative benefiche. Ikea, ad esempio, per ogni vendita di una lampada alimentata a energia solare, ne regala una identica ai bambini che vivono i campi profughi o villaggi in aree remote privi di elettricità in partnership con l’UNICEF.