L’innovazione fa sempre molta presa tra i giovani ed i tecnomani. Ma, complice la crisi, sono costretti anche loro a qualche rinuncia. Con il risultato che si stanno affermando sul mercato nuovi prodotti no logo, altrimenti noti tra gli addetti ai lavori come “white box”, ovvero a scatola bianca o non griffati.

Nel settore hi-tech il “generico” si sta facendo largo nelle preferenze e nei gusti dei consumatori, per lo più giovani e giovanissimi che hanno un occhio molto attento al prezzo ed al risparmio.

Qualcuno parla già di un nuovo fenomeno emergente, che si sta trasformando una moda: sembrerebbe trendy possedere un prodotto che in pochi hanno o che segnalo lo status di chi ha poche pretese.

Le previsioni per il mercato “white box” annunciano una crescita rilevante: lo conferma anche Carolina Milanesi, analista Gartner: “ci aspettiamo che il mercato di prodotti “white box” resti florido per tutto il 2010 soprattutto fuori dalla Cina”.

Oggi molti produttori asiatici ancora sconosciuti al grande pubblico stanno erodendo quote di mercato rilevanti ai leader storici del settore delle telecomunicazioni e soprattutto dei produttori di cellulari. A farne le spese sono aziende del calibro della Nokia, Lg, Samsung e Motorola.

Il variegato mondo degli “altri marchi” si sta ingrossando sempre di più, arrivando oggi a sfiorare il 3% del mercato. Anche in Italia il fenomeno inizia ad essere visibile come conferma una ricerca dall’Osservatorio 7Pixel condotta tra gennaio e dicembre 2009.

Analizzando le oltre 6 milioni di ricerche effettuate su 2 importanti comparatori di prezzi come Trovaprezzi e Shoppydoo è emerso che il 90% delle richieste circa di informazioni si concentra ancora sui grandi brand come Lg, Nokia e Samsung. Ma anche altri marchi come Anycool, linea indipendente di cellulari low cost, progettati e costruiti dalla cinese KDI stanno entrando nel ventaglio delle parole più ricercate. In pochi mesi l’interesse verso la parola “Anycol” è salita parecchio, passando dal 2,48% di maggio 2009, al 9,53 di giugno, al 10,9 di agosto.

A determinare il grande successo sul mercato dei prodotti low cost è indubbiamente il prezzo: questi prodotti, infatti, si posizionano in una fascia medio-bassa tra gli 80 ed i 110 euro, incontrando le esigenze di risparmio di tanti giovani e giovanissimi.

Accattivanti nell’estetica, i cellulari “white box” hanno prestazioni naturalmente inferiori a quelli dei prodotti top: la batteria, ad esempio, dura un solo giorno ed il sistema di scrittura lascia spesso a desiderare. Ma sono touch screen e qwerty, innovazioni di sicura tendenza in questi mesi.

I grandi non stanno certo a guardare. Provano a difendersi dall’avanzata dei low cost con strategie ad hoc. LG, ad esempio, ha “deciso di intervenire nel segmento low cost, inserendo tecnologie come touchscreen e qwerty in prodotti alla portata di tutti, e conquistare un pubblico di massa” spiega Michelangelo Tursi, Mobile Communication di Lg Eletronics Italia. In questo modo un prodotto come Cookie che è stato immesso sul mercato ad un prezzo di 199 euro, per poi scendere fino a 99 euro. L’azienda ha così venduto 1 milione e 200 mila esemplari in soli 18 mesi. Anche la Nokia si sta muovendo in una direzione analoga, segno dell’interesse dei grandi verso il pubblico dei più giovani. Il 5230 è uno smartphone Nokia touch venduto ad un prezzo inferiore ai 150 euro. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo: il prodotto infatti offre buone prestazioni e funzionalità come l’accesso ai social network e la navigazione Agps ad un prezzo accettabile. I prodotti di fascia media proposti dai brand più rinomati sono studiati per soddisfare i più giovani “adolescenti che cercano innovazione e tecnologia pari a quella del loro pc, ma che hanno una capacità di spesa ridotta” prosegue Tursi.

Uno scontro commerciale di analoga rilevanza si sta combattendo anche su altri fronti, come quello degli e-reader. Molti produttori asiatici si stanno affacciando sul mercato con soluzioni poco originali, ma molto accattivanti in termini di pricing. In India, ad esempio, è stato presentato un prodotto simile all’I-pad venduto a soli 35 euro, dotato di schermo touch screen, porte USB, wi-fi e 2 gigabyte di memoria. Prestazioni unite, naturalmente ad un design appealing.

In molti casi il confine tra legalità e contraffazione è davvero molto labile: nella regione dello Shenzhen in Cina operano tantissime piccole e piccolissime aziende localizzate che immettono sul mercato prodotti sempre nuovi (es. il Noka, l’iPhome, il bluebarry), che imitano persino nel nome, i brand più noti e che sfruttano la loro notorietà per attirare l’attenzione del grande pubblico.

Legali o non legali, questi prodotti stanno incontrando il favore della fascia medio-bassa di pubblico e, secondo lo studio di Springboard Research, i circa 140 milioni di pezzi prodotti oggi gran parte distribuiti in Russia, India, Bangladesh e Pakistan presto potrebbero arrivare anche in Europa. Un mercato che, grazie anche alla crisi, potrebbe diventare un nuovo sbocco dalle potenzialità enormi. In tal caso, le ripercussioni per i grandi potrebbero diventare molto negative: Nokia ed altri produttori si stanno attivando con le autorità cinesi per contrastare il fenomeno dei “tarocchi” che comunque sono raggiungono anche l’Italia grazie alle vendite online.