L’art. 9 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7 (c.d. decreto Bersani “Bis”) disciplina in maniera completa la comunicazione unica per la nascita dell’impresa. Trattasi di un provvedimento volto alla semplificazione delle procedure amministrative per dare avvio a un’attività commerciale.

In pratica attraverso la comunicazione all’Ufficio del registro delle Imprese, il soggetto interessato potrà realizzare quell’insieme di adempimenti di varia natura (previdenziale, assistenziale e fiscale) necessari e propedeutici allo start-up dell’attività aziendale; la nuova procedura servirà altresì a snellire i processi di comunicazione per la variazione o cessazione di attività.

Con la comunicazione al registro delle imprese l’interessato avrà assolto a quegli oneri che gravano sull’inizio della sua attività avendo in tal modo subito a sua disposizione il codice fiscale e la partita Iva ed entro pochi giorni riceverà i dati relativi alle posizioni contributive e assistenziali.

La novità principale rigurada l’introduzione nell'iter buriocratico di innovazione tecnologica. La nuova procedura, infatti, prevede l’utilizzo di modalità telematiche per la trasmissione della documentazione. Sarà quindi necessario che le Camere di commercio si adeguino in tal senso e assicurino, in maniera del tutto gratuita, il supporto ai soggetti interessati.

La particolare dedizione dedicata dal Decreto Bersani Bis all’argomento evidenzia dunque l’esigenza di semplificare le procedure amministrative allo scopo di favorire ed incentivare l’iniziativa imprenditoriale che in caso contrario, come è possibile rilevare, subisce degli ingiustificati ritardi burocratici tali da indebolire la volontà realizzativa del soggetto-imprenditore.

Ben venga quindi questa spinta all’economia anche in virtù del breve tempo previsto per la realizzazione dello sportello unico (60 giorni) a cui si aggiunge un periodo di transizione di 6 mesi durante il quale i soggetti interessati possono facoltativamente scegliere se seguire la normativa previdente o le nuove disposizioni.

La novità normativa posta in essere dovrebbe essere solo l’inizio di un percorso che mira a ripensare l’intero ordinamento dello sviluppo economico, tributario e previdenziale anche in considerazione di un allarmante dato statistico in base al quale in Italia i costi di “start-up” per l’attività commerciale sono ancora elevati rispetto agli altri Paesi europei.

L’impegno assunto dagli addetti ai lavori non può che essere salutato favorevolmente ed essere considerato di buon auspicio nella ferma convinzione che, per rilanciare l’economia nazionale è necessario mettere mano ad una serie di interventi di semplificazione molto incisivi e mirati tali da liberare le imprese dall’aggravio di costi inutili e adempimenti burocratici onerosi, tanto finanziariamente che dal punto di vista del dispendio temporale.