È in aumento, e raggiunge il 49,7%, la percentuale di imprese italiane che puntualmente paga i propri fornitori ma, al contempo, cresce (+6,81%) il numero delle aziende a cui viene applicata la formula pronta-cassa, manifestazione di prudenza da parte dei fornitori che non vogliono incappare in clienti a rischio insolvenza, mentre il termine di pagamento più utilizzato è quello dei 30 o 60 giorni.

Ecco la fotografia che emerge dallo studio «Pagamenti 2005: nuovi trend delle aziende in Italia e in Europa», realizzato da Dun & Bradstreet analizzando le dinamiche dei pagamenti in base ai dati aggiornati al primo semestre 2005.

Le aziende cercano di accorciare sempre più i termini di pagamento concordati con i propri clienti: scendono le formule a trenta giorni (-3,27%) e sessanta giorni (-3,3%) a cui corrisponde un aumento del pronto cassa (ovvero il pagamento anticipato o alla consegna), segno di poca fiducia che coinvolge soprattutto le imprese del Mezzogiorno. Nell'arco di sei anni il fenomeno del pronto cassa è cresciuto sensibilmente, passando dal 9,3% del 1999 a quasi il 24% registrato nel secondo trimestre 2005, mentre la scadenza dei 90 giorni è stata dimezzata.

La maggiore attenzione al credito ha anche permesso di ridurre i ritardi, in media passati dai 17,8 giorni del dicembre 2004 ai 14,7 di giugno 2005.

I cattivi pagatori si annidano tra le aziende dei trasporti (24,4 giorni medi), commercio al dettaglio (19,45) e pubblica amministrazione (19). In tutti i casi c'è stato un netto taglio dei tempi rispetto al 2004, considerata dai credit manager una pessima annata. Tra i settori chiave più in difficoltà ci sono quelli della ristorazione, del commercio all'ingrosso di beni non durevoli e degli alimentari.

«In tutti i casi la riduzione dei giorni di ritardo è un segno positivo – commenta Paolo Engheben, amministratore delegato di Dun & Bradstreet Italia – mentre l'aumento del ricorso al pronto-cassa mostra come ci siano aziende che preferiscono limitare l'espansione della propria attività, rinunciando a fare business con potenziali clienti che non accettano condizioni di pagamento così brevi».

Per quanto riguarda la dimensione delle aziende, le medie-grandi hanno nettamente migliorato la loro puntualità nell'onorare le fatture mentre le micro e le piccole, alle prese con una congiuntura penalizzante, hanno peggiorato la performance. Un punto cruciale, secondo Engheben, è la scarsa cultura nell'impiego di strumenti per la valutazione del rischio, con le medie imprese che non prendono in considerazione il rischio sul singolo cliente o globalmente sul proprio portafoglio.

In Europa il Paese più virtuoso è la Germania (in media solo 9 giorni) Belgio e Portogallo migliorano di molto la loro media mentre la maglia nera va al Portogallo, con 28,2 giorni di ritardo. Anche in Francia e Regno Unito è stato registrato un peggioramento del trend. Inoltre nel primo semestre è aumentato il numero delle imprese che, soprattutto in Olanda e Regno Unito, hanno richiesto l'avvio della procedura concorsuale.