Molte conferme e poche variazioni nella classifica delle province italiane per reddito.

Invariate, tra il 1991 e il 1999, la cima e la coda, rispettivamente occupate dalla Provincia di Milano e da quella di Crotone. Triste primato per il Sud: le ultime 10 posizioni, in base all’indicatore di produttività, sono occupate da province meridionali. Per incontrare la prima provincia meridionale (quella di Isernia), invede, bisogna scorrere la classifica fino alla cinquantasettesima posizione.

Pochi interessanti balzi in avanti: tra questi la provincia di Imperia (+11) e di Udine (+10). Tra il 1995 e il 2003 guadagnano il maggior numero di posizioni nella graduatoria provinciale del valore aggiunto pro-capite è guadagnato dalla Provincia di Ravenna (+21), di Imperia, Siena e Genova (per tutte la crescita è stata di ben 17 posizioni). Perdono, invece, il maggior numero di posizioni la Provincia di Lecco (-20), di Como (-19) e Prato (-17), a causa di errate scelte strategiche sui distretti, che non riescono ancora ad incrementare il valore aggiunto delle proprie produzioni.

Gli ottimi risultati raggiunti da Ravenna, Imperia, Siena e Genova devono costituire uno stimolo per crescere, attraverso la valorizzazione dei servizi e delle naturali vocazioni del territorio.

Fondamentale diventa il ruolo dell’economia politica nel nostro paese chiamata a sostenere ed incentivare quel processo di innovazione di processo e di prodotto già in atto in alcune aziende. Se saprà assecondare e, soprattutto, incentivare, l’estensione di questa innovazione all’intero comparto industriale italiano e saprà dare centralità alla nostra industria i risultati non tarderanno ad arrivare e non potranno che essere positivi.