Per molto tempo la vendita di prodotti farmaceutici sul web è stata percepita dal pubblico e dal mercato italiano come un fenomeno piratesco, dove anonimi venditori d’oltremare vendono prodotti contraffatti o peggio ancora scaduti (es. Viagra o altri medicinali), esponendo gli ingenui utenti a pericoli di ogni tipo per la salute e il portafoglio. Ciò spingeva il legislatore nazionale e l’ordine nazionale dei farmacisti a vietare, pressoché integralmente, l’adozione di internet da parte delle farmacie, sulla base di una necessità di ordine pubblico.

In realtà l’adozione delle tecnologie dell’information and communication technology nel settore delle farmacie costituisce uno dei principali fattori competitivi nel mercato interno, come ha chiaramente affermato la Commissione europea nel workshop tenuto il mese scorso (ndr: 15 ottobre 2008) a Bruxelles.
Nel giugno del 2007 la Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle restrizioni nel settore delle farmacie derivanti dalla cornice regolamentare dei vari stati membri, utilizzando la possibilità di fornire servizi on-line (tra cui: acquisto medicinali a distanza; consultazione con farmacista; consegna a domicilio) come elemento di valutazione della qualità/efficienza della regolamentazione.

In Italia, dove è presente uno dei massimi livelli di regolamentazione a livello nazionale e professionale, il divieto per la vendita di medicinali on line da parte delle farmacie è assoluto (sia farmaci OTC che POM/SOP).

Tutto questo dimostra quindi come la questione delle internet pharmacies sia una questione molto più complessa rispetto a come viene spesso rappresentata. Fondamentale, su questo aspetto, è la sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee Case C-322/01 Deutscher Apothekerverband eV v. 0800 DocMorris NV dell’11 December 2003 (per un commento si rinvia a http://www.interlex.it/ecomm/r_manno17.htm). In tale sentenza la massima autorità giurisdizionale comunitaria ha stabilito come le norme nazionali che vietino la vendita on line di medicinali OTC da parte di farmacie on-line siano incompatibili con le libertà fondamentali del mercato interno, al pari dei divieti di pubblicità dei servizi forniti dalle cd. internet pharmacies. Passando quindi alla situazione italiana, notiamo l’esistenza di norme in aperto contrasto con i principi affermati dalla Corte di Giustizia nella sentenza Doc Morris (ndr.: il portale conta più di 150.000 utenti). E’ il caso in particolare dell’art. 25 del codice deontologico del farmacista, che prevede il divieto per il farmacista di cessione, tramite Internet o altre reti informatiche, di medicinali, sia su prescrizione, sia senza obbligo di prescrizione, anche omeopatici. Ciò spiega la disponibilità, nei siti internet delle farmacie italiane, di prodotti diversi dai medicinali.

A mio modesto parere la limitazione prevista dal codice deontologico nazionale è destinata ad essere integralmente rimossa, in quanto incompatibile con le leggi comunitarie. Del resto proprio durante il workshop del mese scorso a Bruxelles sono state evidenziate le numerose procedure di infrazione avviate nei confronti dei paesi membri in materia di farmacie. E’ bene tener presente, in ogni caso, come le internet pharmacies costituiscano ormai una affermata realtà in alcuni paesi comunitari. In Europa gli stati dove è permessa la vendita di medicinali on line sono: Germania (dopo sentenza DocMorris); Belgio; Spagna; Ungheria; Paesi Bassi; Polonia; Portogallo; Repubblica Ceca; Regno Unito.

Nel Regno Unito, ad esempio, le farmacie possono gestire un sito internet ed offrire servizi on-line (tra cui ecommerce), a patto di essere iscritte nel registro nazionale delle internet pharmacies e di attenersi alle regole che disciplinano tali attività. Dettagliate linee guida emanate dalla Royal Pharmaceutical Society stabiliscono standard deontologici per i farmacisti. Gli utenti potranno controllare, attraverso un logo visibile su ogni sito delle farmacie, se queste sono regolarmente iscritte nel registro: ciò garantisce la professionalità del servizio, reso da farmacisti abilitati all’esercizio della professione (per informazioni: www.rpsgb.org).

In Francia, l’Acadèmie Nationale de Farmacie ha emanato del 2007 le famose “8 raccomandazioni”, sancendo l’apertura a tale modalità di dispensazione dei medicinali formulando raccomandazioni sui punti da regolamentare. Concludendo, chi saprà farsi interprete dei cambiamenti in atto predisponendo, sulla base del quadro normativo internazionale attuale più che sufficiente a supportare iniziative di online-pharmacy e e-health, potrà cogliere le numerose occasioni di sviluppo competitivo e di mercato in tale settore.

a cura dell'Avv. Roberto Manno http://www.weblegal.it info@weblegal.it