MP3, iPod, ovvero come scaricare, ascoltare e diffondere la musica sul web. Una delle più grandi rivoluzioni per l’industria discografica destinata a modificare non solo i fatturati, ma i canali di distribuzione della musica. Vediamo come.
Che Napster abbia sconvolto il mercato musicale mondiale è ormai un dato accertato. Il popolare sito in breve tempo è riuscito a rivoluzionare il mercato discografico, insegnando a migliaia di persone i benefici ed i prodigi del Peer To Peer, il protocollo che permette di condividere files musicali in rete. Imporre la chiusura di Napster è stato un po’ come creare un martire. Altri centinaia di siti, diversi per nome ma non per sistema, sono proliferati in rete per far condividere musica e filmati. Anche l’industria discografica che inizialmente ha cercato di arginare il fenomeno oggi sembra aver compreso le potenzialità di business del peer to peer. Punta ora sulla legalizzazione del download, creando siti ‘legali’ in cui si potrà scaricare un brano musicale a soli € 0,99.
Anche le le case costruttrici di apparecchiature musicali si stanno attrezzando, promuovendo lettori Mp3 di varie dimensioni e formati (per autoradio, domestici modello Hi-Fi o micro-lettori portatili in grado di contenere anche 10.000 brani musicali). Perché tanto interesse? Un’ indagine Informa Media Group (Img) ha stimato che i download di musica a pagamento, nel 2010, saranno il 7,7% (3,1 miliardi di dollari della spesa complessiva per l'acquisto di musica nel mondo) e che le "vendite di musica on line" fattureranno più di 6 miliardi di dollari (il 15,2% della spesa totale), la metà dei quali per acquistare Cd e Dvd on line.
Per l'anno prossimo i downloads di musica on line dovrebbero ammontare a circa 422,7 milioni di dollari (rispetto ai 179,5 del 2004) a cui vanno aggiunti i 191,7 milioni spesi per abbonamenti ai download (a fronte dei 103,7 dello scorso anno). Nel 2010 i ricavi dalle vendite singole di download dovrebbero essere di 1,98 miliardi di dollari, mentre per gli abbonamenti di 1,21 miliardi, per un totale di 3,1 miliardi.
La storia sta dando ragione a Napster. Anche gli artisti si dimostrano favorevole alla promozione della musica in rete, nel rispetto delle leggi sul copyright. E sostengono che l’avvento degli Mp3 ha aperto nuove opportunità di business in precedenza completamente ignorate.