L’informazione web cresce a ritmi vertiginosi. Il rapporto degli italiani con i media è radicalmente cambiato, secondo il Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione, promosso da 3 Italia, Mediaset, Mondadori, Rai e Telecom Italia.  In termini soprattutto di confidenza con le tecnologie informatiche e telematiche che è sensibilmente aumentata nel nostro Paese, passando dal 29% del 2006 al 48% del 2011. 

I Numeri del Censis sull’Informazione Web

Già a metà del decennio, rivela il Censis, si era verificato un rilevante calo di persone che utilizzano i soli strumenti audiovisivi (tv e radio), scesi dal 46,6% del 2002 al 28,2% nel 2006. Questo trend aveva determinato uno spostamento verso l’area dei fruitori dei mezzi a stampa (saliti al 42,8%) e degli utenti di Internet (al 29%). 
Da allora la crescita dei mezzi digitali (vedi articolo SpazioImpresa sull’argomento) è stata inarrestabile, principalmente a scapito della carta stampata (i fruitori sono scesi nel 2011 al 23,3%), senza scalfire molto il mercato degli audiovisivi, rimasti sostanzialmente invariati (il 28,7% nel 2011). 
Il Paese resta però diviso in due: la metà del paese che ha compiuto il salto oltre la soglia del digital divide, è composta da uomini (52,5%) più che da donne (43,7%), da persone principalmente istruite (il 66,7% contro il 32,8% di chi possiede un basso livello di istruzione) e di giovane età (l’86,4% contro il 46,5% degli adulti e l’11,4% degli anziani).

Il press “Devide”

Nella fruizione della carta stampata il Paese è diviso in due, tanto da poter parlare di “press divide”. Mentre il 54,4% degli italiani si accosta ai mezzi a stampa, accompagnati o meno da altri media (nel 2009 erano il 60,7%), il restante 45,6% si dichiara estraneo a questi media (2 anni fa erano pari al 39,3%). Che si tratti di persone che guardano solo la tv o di raffinati acrobati del surfing su Internet, se leggono qualcosa lo fanno solo attraverso lo schermo.
L’uso del web. Sono soprattutto i giovani a vivere maggiormente in rete: l’84,6% di chi ha un’età compresa tra 14 e 29 anni. Il 53,3% di loro abbandona maggiormente la lettura di testi a stampa (nel 2009 era il 35,8% della popolazione giovanile). La funzione del web che viene più utilizzata è la ricerca di strade e località: il 37,9% lo ha fatto almeno una volta nell’ultimo mese, grazie anche a smartphone e tablet, specie nelle grandi città. Segue nella classifica dell’utilizzo l’ascolto della musica (26,5%) e l’home banking (22,5%). Meno frequente è l’utilizzo del web per acquisti (19,3%) e prenotazione di viaggi (18%), ma anche per il disbrigo di pratiche con uffici amministrativi (9,7%) o attività sanitarie come la prenotazione online di visite mediche (3,9%). Il 12,3% degli italiani ricerca un lavoro in rete, il 41% se si considerano i soli disoccupati. Le telefonate via web (servizi voip) sono realizzate dal 10,1% degli italiani che si connettono, soprattutto i giovani (14,8%) e le persone più istruite (14,5%). 

La popolarità dei social network

 Il 67,8% degli italiani conosce almeno un social network, il 91,8% dei giovani tra 14 e 29 anni, contro il 31,8% degli over 65 anni. Complessivamente si stimano all’incirca 33,5 milioni di utilizzatori (nel 2009 erano 32,9 milioni). In testa alla classifica della notorietà svetta Facebook (noto al 65,3% della popolazione) seguito da YouTube (53%), Messenger (41%), Skype (37,4%) e Twitter (21,3%). I social network più utilizzati, invece, sono nell’ordine YouTube (il 54,5% degli italiani che accedono a Internet) e Facebook (il 49%). L’informazione. Per l’80,9% degli italiani i telegiornali rappresentano i primi strumenti d’informazione, seguiti da giornali radio (56,4%). Il 47,7% utilizza i giornali acquistati in edicola e il 46,5% settimanali e mensili. Sul fronte del web, Google è una fonte di informazione per il 41,1%, i siti web di informazione per il 29,5% e Facebook per il 26,8%. Tra tutti i mezzi, internet è ritenuto il mezzo più credibile, soprattutto dai giovani, in quanto libero e “disinteressato”. L’83,8% ritiene che Internet assicuri a tutti il diritto di esprimersi liberamente. Non mancano giudizi negativi: il 50,9% pensa che internet generi una cultura troppo superficiale e il 47,8% pensa che appiattisca la creatività delle persone.