Nonostante la crisi, il web tiene e rappresenta uno dei pochi settori interessanti dal punto di vista occupazionale. Le opportunità di sviluppo ci sono anche in Italia, dove vi sono molte occasioni ancora non adeguatamente sfruttate legate proprio al commercio elettronico. Secondo i dati del Ministero del Lavoro, gli italiani sembrano essere poco propensi a lavorare in, e per, Internet. Sono poco più di 1 milione e mezzo, infatti, gli italiani occupati nel settore Internet, "con un deficit di figure professionali – avverte il ministero – che occorre colmare, tanto più che ci sono migliaia di richieste di esperti non coperte".

Dopo un avvio piuttosto lento, il mondo imprenditoriale italiano sta cercando di recuperare il tempo perduto nell'utilizzo del Web. Chi ha clienti sparsi nel mondo sente più delle altre l’esigenza di usare Internet per continuare ad essere competitivo e vincente sul mercato. Sbocchi professionali ce ne sarebbero, ma occorre investire meglio in una formazione più attenta alle dinamiche del web. Accanto agli investimenti in tecnologia è utile poter contare su una formazione mirata legata alla rete. Il Ministero dell’Industria indica una crescita di interesse verso l’It nel nostro paese: +9,5% nell'ultimo anno. E’ aumentato il numero di Personal Computer e potrebbe crescere ancora, rispetto ad altre realtà europee dove la penetrazione del pc è molto più elevata.

I KEY NUMEBERS
– Computer collegati a Internet: in Italia sono 8 ogni 1000 abitanti, contro gli 89 della Finlandia, i 72 della Norvegia, i 55 della Danimarca, i 46 della Svezia e i 33 della Svizzera. Persone che usano Internet: sono 4 ogni 100 abitanti in Italia, contro i 15 (sempre su 100 abitanti), gli utenti svedesi o finlandesi che si collegano regolarmente a Internet e 12 su 100 gli inglesi.
– Commercio elettronico: il 70% dei siti web è localizzato negli Stati Uniti, l'8% in Canada, il 14% in Europa, il 4% in Asia e il 2,3% in America Latina e Africa. Il fatturato del commercio elettronico in Italia è ancora molto contenuto, gran parte del quale (i 2/3) derivano da aziende straniere. Internet e le aziende italiane: molte le aziende italiane usano il web per presentare i propri prodotti, ma non sono ancora approdati all'e-commerce. La vendita assai spesso riguarda servizi/prodotti digitalizzabili.

Con la complicità della crisi, è prevedibile che le aziende cerchino nuovi sbocchi, anche sul web. In Italia, tra l’altro, sebbene manchi un'offerta adeguata, la domanda c’è ed inizia a farsi sentire. In ordine nella classifica dei prodotti più venduti sul web ci sono i computer e l'informatica, seguiti da viaggi e turismo, intermediazione mobiliare (il "trading online", ovvero l a compravendita di azioni su Internet), editoria, grandi magazzini, vino ed alimentari, musica e video. Ed i settori che potrebbero trarre benefici dall’espanzione del commercio elettronico potrebbero essere molti di più: gli esperti sostengono che la parte di e-commerce più suscettibile di sviluppo sarà il business to business, ovvero le transazioni fra imprese (es. fra fornitori e produttori). Potrebbe quindi accadere che nei prossimi anni questo tipo di vendite diventino trainanti per l'e-commerce italiano, con acquirenti sempre più attratti dalla che desiderano cercare prodotti, comparare prezzi e carattestistiche, cercare venditori ed effettuare acquisti. Il tutto comodamente da casa.