In rialzo le stime di crescita del PIL italiano, inizialmente previsto al +1% ed oggi stimate intorno all’1,2%. Eppure a questa crescita non segue un’analoga tendenza in termini di occupazione.

Il mercato del lavoro italiano è meno flessibile di quello statunitense: così mentre ha retto meglio al’ondata della crisi, tuttavia impiega tempi più lunghi per agganciare la ripresa. Questa, almeno, sembra la tesi da alcuni esperti.

Spietati i numeri che segnalano una situazione lavorativa stagnante: la disoccupazione si attesta ancora oggi intorno all’8,2%, un valore analogo a quello registrato ad agosto 2010. (+0,35% rispetto ad agosto 2009).

Il settore che registra una più alta difficoltà è quello dell’industria; altri, come quello dei servizi, invece, segnalano trend più incoraggianti.

Franco Toffoletto, fondatore dello studio Toffoletto e soci e Presidente di IUS “Laboris Global Human Resources Lawyers” segnala che la situazione ha ricadute anche su scala regionale: questa “situazione incide anche in ambito regionale, con la Lombardia che offre i maggiori segnali di ripresa per la forte concentrazione di aziende del Terziario ed il Mezzogiorno che soffre più di tutti, accentuando così il gap storico rispetto alle aree più ricche del paese”.

A preoccupare non poco gli analisti è anche la fuoriuscita di competenze dalle imprese: le tante ristrutturazioni effettuate nel boom della crisi economica, se non si verifica un adeguato reinserimento di personale con competenze adeguate, potrebbero essere causa del mancato aggancio della ripresa e di un’ulteriore perdita di competivitià delle nostre imprese.

Tra i lavoratori il segmento più colpito è quello degli over 45: persone troppo giovani per pensare alla pensione ma spesso penalizzate nelle attività di recruiting da parte delle imprese che preferiscono risorse giovani, più flessibili e spesso con un livello di istruzione più elevato.

“Nelle ultime settimane notiamo una ripresa di interesse – spiega Rosario Rasizza di Openjob – Vallant docente di Economia del lavoro alla Luiss – delle aziende su questo fronte, ma al tempo stesso una grande prudenza sulle forme contrattuali.”
“I vuoti lasciati negli organici nella crisi – prosegue Rasizza dovranno essere colmati, anche se per vedere una crescita sostenuta dell’occupazione stabile probabilmente occorrerà attendere ancora un po’”.

Ma quali sono i profili professionali più ricercati? Innanzitutto quelli commerciali, attraverso cui le aziende sperano di poter spingere al rialzo le vendite, soprattutto all’estero. Ed anche figure professionali in area digitale ed innovazione che possono contribuire ad accrescere competitività nelle imprese.

Secondo l’Osservatorio Generale realizzato da Gi Group che ha analizzato le prospettive per le alcune professioni, nel secondo semestre di quest’anno, trasporti, logistica, grande distribuzione organizzata, green economy e credito saranno i settori con le migliori prospettive occupazionali. In particolare, il credito e la green economy saranno i comparti più interessanti, favoriti dalla ripresa che si prevede avverrà in questi mesi e per cercare di raggiungere gli obiettivi energetici nazionali.

L’incremento occupazione atteso per entrambi i settori è del 10% circa. I più ricercati dai selezionatori di personale saranno i giovani under 25, con spiccate doti commerciali e professionisti specializzati nel settore ambientale, in particolar modo nel Sud Italia dove sono in aumento le offerte legate alle fondi di energia rinnovabile. Logistica e GDO dovrebbero trovare nella privatizzazione del settore postale prevista per la fine di quest’anno un nuovo impulso, in concomitanza con il Natale e l’incremento delle spedizioni dei pacchi. Anche i supermercati dovrebbero registrare un incremento nel mese di dicembre. Le previsioni di crescita di ricerche di personale indicano un +15% per la logistica ed un +20% per il settore retail.

Minore, ma comunque più contenuto dovrebbe essere l’incremento della ricerca di personale anche in altri settori come l’automotive: le assunzioni dovrebbero salire (dal +5 al +30%) rispetto al primo semestre 2010. Settori come il farmaceutico, l’alberghiero ed il contact center dovrebbero tenere, sempre secondo l’Osservatorio Gi Group, che segala anche l’affermazione di nuove forme contrattuali come lo staff leasing che è stato introdotto dalla scorsa finanziaria, soprattutto per GDO e Contact Center.

Tra le figure più richieste si segnalano:
– addetti alla bollettazione
– autisti certificati
– temporary manager nel settore logistico
– liquidatori
– addetti allo sportello
– addetti alla cessione del quinto dello stipendio
– riassicuratori.

In calo invece soprattutto figure poco qualificate come bidelli, operatori ed ausiliari socio-sanitari che risentono dei tagli alla sanità pubblica e l’analista programmatore.