Vendiamo di tutto, e in tutto il mondo: elicotteri agli americani, spumante ai russi, occhiali ai coreani, yachts ai francesi, divani ai tedeschi, formaggio fino in Giappone. Sostenere le nostre imprese nel processo di internazionalizzazione e di crescita delle esportazioni vuol dire aiutare l’Italia a non perdere il passo con la globalizzazione, a diffondere nel mondo il prestigio del Made in Italy, associato sempre più a qualità, competenza, innovazione. E soprattutto aiutare a far crescere la ricchezza delle imprese e del Paese: circa un miliardo di € (è questo l’ordine di grandezza corrente in valore) di esportazioni. Il Paese ha bisogno di correre e di farlo in maniera unita e coordinata perché nessuno sul mercato globale può vincere se pensa di competere da solo. La competizione non è più tra Brescia e Catania, né fra l’Abruzzo e la Liguria, ma tra l’Italia e gli altri grandi concorrenti mondiali. Che non sono più solo i grandi Stati membri dell’UE come la Germania, la Francia, il Regno Unito e la Spagna o i grandi partner industrializzati come Stati Uniti e Giappone ma sempre più le grandi economie emergenti: Russia, Brasile, e prima di tutto India e Cina. Aprirsi sull’esterno invece che chiudersi a riccio, essere innovativi invece che ancorarsi su vecchi modelli e idee, promuovere la competizione, e con la competizione il merito: sono tutte azioni che vanno ben al di là del vendere questo o quel prodotto del nostro Made in Italy. Ma costringono il nostro Paese a diventare migliore di quello che è: più dinamico, più libero, più capace, più solido con grandi risultati dal punto di vista dei ritorni. “Abbiamo provato ad incitare l’Italia a rimboccarsi le maniche e a vedere il mondo di oggi più come una grande opportunità che come una minaccia”.

LE SCELTE STRATEGICHE
1. Definire una strategia di internazionalizzazione.
Sono state individuate le Linee guida dell’attività promozionale 2008-2010 e indirizzate a tutti gli attori dell’internazionalizzazione che gestiscono o fruiscono di fondi pubblici. L’obiettivo, data l’esiguità delle risorse finanziarie, è stato quello di coordinare gli interventi a sostegno del Made in Italy e di prevederli per un periodo più lungo (dai tradizionali 12 mesi a 3 anni).
2. Destinare più risorse. Con la legge finanziaria, sono stati assegnati per il 2008 78,7 milioni di € all’Istituto del Commercio Estero (ICE), contro i 60 dell’anno precedente.
3. Selezionare pochi mercati. Sono stati definiti i mercati internazionali su cui investire, scegliendo di monitorare i mercati “maturi” (europa e Usa) e concentrando più risorse sui grandi mercati emergenti ( Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa – paesi BRICS),
4. Individuare i settori. Sono stati scelti i mercati con maggiori prospettive di crescita e ritorni sull’investimento. Anche se esportiamo tanto, ci sono prodotti del Made in Italy più tradizionale (agroalimentare, moda) che si vendono più facilmente di altri.
5. Sostenere le imprese. Sono stati incentivate le imprese dei settori più affermati nel mondo (moda, agroalimentare), ma anche quelle che operano in comparti meno noti che contribuiscono allo sviluppo economico del Paese ed al rafforzamento dell’immagine dell’Italia nel mondo (es. macchinari ad alto contenuto tecnologico). Si è favorita la creazione di impresa al femminile e sostenuto le PMI, penalizzate dalle loro limitate dimensioni, attraverso la promozione di forme di aggregazione e di condivisione di servizi all’export.

LE AZIONI SVOLTE
…in Italia – per internazionalizzare è importante lavorare bene in Italia. Perché è dall’Italia che i nostri imprenditori partono alla conquista dei mercati esteri. E’ importante quindi che ogni cittadino conosca l’importanza e la centralità del nuovo contesto globale per il futuro della nostra economia. Dall’Italia sono partite molte missioni per promuovere il Made in Italy su mercati vecchi e nuovi e promuovere il dibattito sul tema dell’internazionalizzazione, sulle difficoltà e i punti di forza dell’impresa italiana e del Made in Italy. A premiare questo lavoro intenso è stata la scelta di Milano come capitale dell’Expo nel 2015, una città che ha saputo presentare un progetto credibile ed innovativo e sostenuto dall’intero Sistema.
…in Europa – in seno all’Unione Europea il governo si è dichiarato favorevole all’apertura dei mercati ma si è battuto per creare un quadro giuridico chiaro ed efficace, che si opponga e combatta le pratiche scorrette. Ha contribuito al rilancio dei negoziati bilaterali per la creazione di zone di libero scambio tra l’UE ed alcuni paesi di particolare interesse (India, Corea del sud, Paesi ASEAN e dell’America Centrale) su cui l’Italia ha forti interessi in termini di accesso al mercato e sostenuto i negoziati con i Paesi dell’Africa, dei Carabi e del Pacifico (ACP).
…nel Mondo – in poco meno di 2 anni sono tate effettuate 28 missioni all’estero (in Cina, India, Kazakhstan, Mozambico, Emirati Arabi, Corea del Sud, ecc.). Sono state effettuate 7 missioni di sistema guidate dal Presidente del Consiglio con la partecipazione di Confindustria, dell’ICE e dell’ABI. Si è messo in moto un intero sistema che grazie alla presenza del governo e alla qualità dei contatti politici e istituzionali con i partners, ha consentito di dare un sostegno importante alla partecipazione di imprese italiane a gare o appalti internazionali.

I RISULTATI RAGGIUNTI
– Più esportazioni:
l'export italiano nel 2007 è cresciuto del 9,7 %. Una performance paragonabile in Europa solo a quella della Germania. Le esportazioni della Francia, invece, hanno registrato appena un +2,1% e quelle della Spagna un +3,3%, per non parlare del Regno Unito, dove si è registrato un calo del 10,6%. L'incremento dell’export italiano ha corrisposto in valore assoluto a circa 26,6 miliardi di €, una somma appena inferiore a tutto il PIL della Lituania, o della Bulgaria!
– Maggiore quota di export: nei primi 10 mesi del 2007 è aumentata la quota di export mondiale, passando dal 3,4 al 3,6%. Un aumento che pur sembrando marginale, si inserisce in un quadro che ha visto crescere potenze emergenti (Cina, India, Brasile e Sudafrica) e che, a parte la Germania, ha penalizzato altre grandi economie “mature” (Francia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Canada, Giappone, o Russia).
– Migliore bilancia commerciale: la crescita delle esportazioni italiane ha migliorato la bilancia commerciale passata da -20,5 del 2006 a -9,4 miliardi di € nel 2007. In ambito europeo si è trattato del secondo miglior risultato in assoluto, dopo la Germania mentre Francia, Spagna e Regno Unito hanno visto peggiorare i loro saldi.

IL FUTURO – oggi l’Italia e il Made in Italy sono famosi in ogni angolo del pianeta. E’ stato promosso, ovunque soprattutto là dove era ancora meno conosciuto. Ora il Ministro invita a “non abbassare la guardia. Dobbiamo continuare ad aprirci verso il mondo. E’ questa la direzione in cui dobbiamo continuare insieme le imprese e le autorità per un processo d’internazionalizzazione che riguardi l’intero Sistema Italia.”

Scarica la Relazione del Ministro Bonino