Mancano di privacy e sono sottoposti a continue distrazioni, in attesa di un silenzio che non arriva mai. Vivere e, soprattutto, lavorare stando gli uni vicini agli altri, con la possibilità di guardare lo schermo dell’altro, sentire le sue telefonate, sembrano essere seri ostacoli per performances lavorative ottimali.

Negli open space moderni è difficile concentrarsi perché c’è sempre qualcuno che parla, un telefono o un cellulare che squilla. A cui segue una fastidiosa sensazione di contagio emotivo che, secondo recenti studi statunitensi, caratterizza le persone che lavorano in questi spazi aperti.

A disturbare maggiormente sono le telefonate e le discussioni: rappresentano continue fonti di rumore che danneggiano le attività quotidiane nei moderni ambienti di lavoro. Lo rivela la ricerca del dipartimento di Fisica tecnica del Politecnico di Bari pubblicata sulla rivista "La Medicina del Lavoro", che ha preso in esame 85 luoghi di lavoro, cercando di indagare il rumore percepito ed il grado di disturbo arrecato sugli occupanti e sulle attività svolte.

Il campione dell’indagine era composto per larga parte da persone che lavorano nel mondo dei servizi, principalmente (il 69%) addetti amministrativi, seguiti da programmatori informatici (il 16%) e persone che svolgono attività di ricerca (il 15%).

Per il 31% degli intervistati la principale causa di disturbo è rappresentata dai colleghi e dagli scambi verbali spesso a voce alta o da discussioni agitate. Viene percepito come invasivo anche il telefono: per il 27% del campione è fonte di disturbo, soprattutto se il rumore proviene da suonerie personalizzate, vibrazioni e suoni che privano i lavoratori di quella concentrazione che solo nel silenzio si riesce a raggiungere. Gli impianti di condizionamento non sembrano disturbare troppo: solo il 15% del campione li ha indicati quale fonte di disturbo sul luogo di lavoro, seguiti dalle macchine da ufficio (il 13%) e dai rumori provenienti dall’esterno (13%). Secondo Ettore Cirillo, docente del Politecnico di Bari e autore dell'indagine “Per difendersi dalle parole pronunciate spesso ad alta voce molti arrivano ad alzare i rumori di fondo. Musica o qualsiasi altro si tratti”.

Lo studio ha individuato anche i parametri oggettivi più idonei a caratterizzare il disturbo soggettivo provocato dal rumore. “Esistono dei rumori particolarmente intensi – prosegue Cirillo – che si riscontano negli ambienti industriali, presi in considerazione dal legislatore che li ha sottoposti a normativa dal 1991. Sono rumori che producono un danno specifico a danno dell’udito. Ma ci sono anche tutta una serie di rumori di livello più basso che rientrano nei nostri ambienti di ufficio che danno fastidio e producono effetti di stress e riducono l’efficienza del lavoro.”

Effetti spesso sottovalutati: in un’analisi realizzata in tempi recenti da Gallup 1 impiegato su 3 ha affermato che il rumore disturba frequentemente il lavoro. Chi si dichiara infastidito dal rumore risulta anche meno soddisfatto del lavoro che compie. L’open space piace, ma fino ad un certo punto. Se oltre 8 impiegati su 10 affermano di avere bisogno di potere vedere oltre il proprio ufficio e che le quattro mura non lo attraggono, tuttavia vi sono delle soluzioni che lasciano al lavoratore quel minimo di privacy ottimale per rendere di più sul posto di lavoro.

Uno spunto in questa direzione proviene dallo studio "The effects of window proximity, partition height, and gender on perceptions of open-plan offices": gli autori hanno misurato la soddisfazione dei lavoratori di 2 aziende con sede nello stesso edificio. Dallo studio è emerso che la mancanza di privacy acustica e visuale comportano distrazioni ed interruzioni indesiderate. Chi lavora vicino ad una finestra risente meno delle distrazioni tipiche degli open space. Infine, chi è vicino ad una finestra e dispone di un separatore mobile di 1,40 mt di altezza che garantisce un buon livello di privacy e minimizza distrazioni e interruzioni risulta più soddisfatto degli altri.

Elementi che potrebbero tornare utile a chi sta progettando una ristrutturazione degli spazi aziendali.