Il cloud computing, in ambito informatico, indica le tecnologie che consentono di utilizzare risorse hardware (storage, CPU) o software distribuite in remoto. Un settore, quello del cloud, appetibile per i grandi produttori (Sun, Microsystem, Ibm, Nvidia) che investono stabilmente per sviluppare nuove applicazioni o creare infrastrutture.

In un contesto di crisi il cloud computing ha registrato una crescita sostanziale: nel 2008 il settore aveva un valore di 46,6 miliardi di dollari, mentre ad ottobre 2009 aveva già superato i 56,3 miliardi di dollari. Le prospettive sono rosee anche per gli anni a venire: Gartner prevede che nel 2013 potrebbe sfiorare i 150 miliardi di dollari, arrivando a rappresentare addirittura il 10% del valore IT.

IL MODELLO – il cloud computing rappresenta una vera e propria rivoluzione informatica. Le applicazioni software e le capacità di calcolo sono trasferite dai pc personali a server remoti, resi disponibili attraverso internet. Per certi versi, il cloud computing recupera un modello già ampiamente sperimentato, quello del mainframe-server. La differenza è che ai computer che occupavano grandi stanze all’interno delle aziende si sostituiscono de data farm, grandi fattorie di server localizzate ovunque nel mondo in grado di elaborare e processare milioni di dati nello stesso momento. Un esempio già abbastanza diffuso di cloud computing è rappresentato dalla web mail. Secondo l’istituto Pew Research Center il 69% degli americani, nel corso del 208, ha adoperato qualche sistema di web mail.

GLI ATTORI – perché il cloud computing funzioni sono necessari 3 attori:
– Fornitore di servizi: offre servizi (server virtuali, storage, applicazioni complete) generalmente secondo un modello "pay-per-use". L'architettura del cloud computing prevede uno o più server reali, generalmente in architettura ad alta affidabilità e fisicamente collocati presso il data center del fornitore del servizio.
– Cliente amministratore: sceglie e configura i servizi offerti dal fornitore, generalmente offrendo un valore aggiunto come ad esempio applicazioni software

I DATA FARM – Relativamente pochi sono i competitor in grado di mantenere grandi data farm: tra loro spicca Google che oltre ai circa 2 milioni di server in suo possesso ha sviluppato un modello di business legato all’advertisng che consente di offrire gratuitamente i servizi cloud (es. Google Docs) che conta già circa 20 milioni di utilizzatori, di cui 2 in ambito business. Temibile, dal punto di vista Google, è la concorrenza di altri due colossi dell’informatica: Microsoft ed Apple. Il primo che ha la capacità di allestire 35 mila nuovi server/mese e di acquisire tecnologie sterne, come Danger, piccola società specializzata nella produzione di Smartphone e che lascia ipotizzare che presto anche Windows ed Office, due prodotti di punta dell’azienda, saranno portati sulla nuvola. Microsoft ha pronta l’alternativa a Google Docs che dovrebbe avere un modello di business analogo, sostenuto dalla raccolta pubblicitaria Apple sta lavorando nella stessa direzione ma con un approccio differente. Propone meno servizi per il business e meno data farm e punta ai clienti privati, vista l’ampia diffusione dell’iPhone. Ognuno dei circa 30 milioni di possessori di questo prodotto potrebbe tradursi per la Apple in un potenziale cliente di servizi cloud. A questi operatori si aggiunge anche Amazon che, nel 2006, ha cominciato ad affittare ad esterni la capacità elaborativa dei propri server. E’ nata la prima EC2 (Elastic Compute Cloud) che consente agli utenti di fittare ad ore via internet dei compurter virtuali su cui far girare le proprie applicazioni. Completa l’offerta Amazon anche S3, il servizio dedicato allo storage online.

I VANTAGGI – il cloud computing ha vantaggi enormi per il cliente finale.
– disponibilità dei dati ovunque nel mondo: in qualunque momento, infatti, ed in qualunque luogo, avendo una connessione ad internet gli utenti possono accedere alle proprie risorse senza dover più installare applicazioni sui propri computer.
– la potenza delle macchine degli utenti: questa caratteristica non sarà più determinante nella scelta di un personal computer. Un netbook avrà potenzialità analoghe a quelle di un computer di fascia alta. E questo si tradurrà nell’espansione di dispositivi come gli smartphone e i netbook che consentiranno di accedere ad una vasta gamma di applicativi, dai programmi office a quelli più avanzati.
– Riduzione delle spese di hardware ed elettriche.

LE CRITICITA’ – a questi vantaggi corrispondono alcuni problemi che dovranno essere risolti dagli addetti ai lavori perché questo modello riesca veramente ad imporsi.
– Sicurezza: sono le maggiori critiche associate al cloud computer. Utilizzare un servizio di cloud computing per memorizzare dei dati personali espone l'utente a potenziali problemi di violazione della privacy. I dati sono in possesso dell'azienda che potrebbe accedere ai dati degli utenti per compiere irregolari indagini di mercato o di profilazione dell'utente. Questi problemi possono essere parzialmente aggirati crittografando i dati sul server al fine di impedire alla società di accedere ai dati ma questa soluzione comunque non risolve in toto il problema dato che il servizio di cloud computing potrebbe monitorare le attività degli utenti per effettuare una loro profilazione a fini pubblicitari.
– Continuità del servizio: delegando a un servizio esterno la gestione dei dati e la loro elaborazione l'utente si trova fortemente limitato nel caso i suddetti servizi non siano operativi. Un eventuale malfunzionamento inoltre colpirebbe un numero molto elevato di persone contemporaneamente dato che questi sono servizi condivisi. I servizi di cloud computing utilizzano architetture ridondanti e personale qualificato al fine di evitare malfunzionamenti dei sistema, questi riducono la probabilità di guasti visibili dall'utente finale ma non eliminano il problema. In passato è accaduto, ad esempio, che circa 800 mila possessori di Sidekick hanno subito la cancellazione dai server Microsoft/Danger dei dati personali e documenti. Hanno ricevuto dalla Microsoft un bonus di sconto dall’azienda, quale risarcimento al danno subito, ma la preziosità dei dati oggi può essere difficilmente valutabile e tradotto in moneta. Un analogo imbarazzo è capitato all’IBM che, in passato, ha subito il black out dei suoi sistemi cloud, causando uno stop di diverse ore ai desk della AirNew Zeland.