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In affanno le ditte individuali

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Il bilancio demografico delle imprese nel 2007 si spiega, almeno in parte, con l’evoluzione del quadro macro-economico che negli ultimi anni sta trasformando il sistema produttivo del Paese.

La forte ripresa delle esportazioni italiane, che ha registrato un’impennata nel 2007, basata più sull’aumentato valore delle esportazioni che non sui volumi delle stesse, è stata accompagnata da una complessa revisione dei processi di riconversione, ristrutturazione, razionalizzazione e innovazione produttiva, organizzativa, tecnica e logistica soprattutto nei settori produttivi più soggetti alla pressione competitiva.

Così il 2007 se da un lato è stato l’anno in cui gli italiani hanno puntato sulla creazione d’impresa e sull’auto-impiego, determinando un aumento delle iscrizioni del 3% rispetto all’anno precedente, dall’altro si verificano rilevanti fuoriuscite dal mercato di imprese più piccole e più deboli, che non riescono a vincere la competizione sui mercati.

Le cessazioni sono progressivamente aumentate nel corso degli ultimi anni: in termini assoluti nel 2007 si è toccato un numero mai raggiunto dal 1993 ad oggi (+11% vs. 2006). Ad essere maggiormente penalizzate nel 2007, come già era accaduto in passato, sono le imprese più deboli, che non sono riuscite ad innovare e rinnovare i propri processi produttivi ed organizzativi, che non hanno saputo difendere la propria redditività.

Tra queste in primis le imprese individuali, in quanto:
– piccole e poco capitalizzate
– non collegate a filiere o reti di subfornitura
– scarsamente innovative.

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