Cresce l’abilità di stilisti e produttori brasiliani di calzature. Franziska Hübener, è solo una degli esempi più celebri di quanto il design brasiliano possa avere successo. Questa ragazza, brasiliana con origini tedesche è ormai affermata nel suo paese e considerata in Francia come una delle dieci migliori al mondo.

In Italia non è ancora conosciuta nonostante proponga calzature di successo rivolte ad un mercato esclusivo. I suoi modelli hanno una quotazione media di mercato che si aggira intorno ai 300 euro, ma possono sfiorare anche i 1.000 euro e rappresentano l'esempio lampante di come e quanto il mercato calzaturiero brasiliano si stia affermando nel mondo.

Dopo una fase iniziale, infatti, caratterizzata da produzioni orientate alle quantità, adesso il comparto calzaturiero brasiliano sta puntando su qualità ed esclusività. E con questa strategia si avvia a far crescere il suo peso a livello mondiale. Il Brasile oggi è il terzo paese nella classifica mondiale per quantità di calzature prodotte, circa 796 milioni di paia di scarpe realizzate nel solo 2007. L’export supera i 177 milioni in 146 Paesi, per un totale di circa 1,9 miliardi di dollari.

Anche l’Italia costituisce un mercato interessante per i produttori brasiliani: il nostro è infatti il quarto Paese per l'import brasiliano. Le scarpe vendute nel 2007 sono state pari a 5,4 milioni, per un valore pari a 83,5 milioni di dollari.

«Una crescita nel 2007 del 51,7% in valore e del 33% in volumi, che continuerà nel 2008 di almeno un altro 20%», racconta Heitor Klein, al vertice di Abicalçados, l'associazione dei produttori di calzature brasiliani. Klein ha idee chiare circa le possibili future evoluzioni del mercato calzaturiero: «oggi il primo produttore ed esportatore al mondo è la Cina, mentre il Brasile è il terzo produttore e il quinto esportatore, dopo l'Italia che è quarta. Ma nei prossimi 5 anni la Cina dovrà far calare la sua produzione a causa dei crescenti costi della manodopera locale e delle leggi per il lavoro e la tutela dell'ambiente, mentre insieme a quella mondiale anche la sua domanda interna crescerà in modo sostanziale. Nello scenario di eccesso di domanda mondiale ci saranno solo due grandi produttori in grado di rispondere: Italia e Brasile».

Secondo le previsioni di Klein, quindi, ci sono margini di collaborazione tra i produttori italiani e brasiliani. Nel suo viaggio in Italia, infatti, ha lanciato una proposta alle aziende nostrane: «iniziamo a produrre e collaborare insieme, stilisti e aziende italiane con stilisti e aziende brasiliane. Uniti possiamo essere il futuro del mercato». L'associazione Abicalçados è attiva insieme all'agenzia governativa Apex per promuovere il marchio collettivo Brazilian Footwear. «Il nostro settore – dice Klein – ha raggiunto la piena maturità con una struttura integrata verticalmente, composta da 8mila imprese calzaturiere con 298mila addetti, cui si aggiungono altre 7mila aziende con più di 200mila addetti per l'indotto».

I 20 distretti calzaturieri brasiliani (in tutte le zone del Paese) si sono sviluppati con il contributo dell'immigrazione tedesca e italiana. Il 25% della produzione brasiliana viene esportato mentre la maggioranza dei prodotti per il mercato interno sono in fasce di mercato con valore più basso. Il prezzo medio delle calzature brasiliane nel 2007 ha raggiunto per la prima volta i 10,80 dollari (6,95 euro).