Qualità del prodotto e Gusto. Sono queste le principali motivazioni che spingono all’acquisto di prodotti biologici insieme al loro basso impatto ambientale. Secondo un sondaggio Ispo, il 76% degli italiani è disposto a pagare di più per acquistare prodotti biologici. Secondo Databank, nel 2003 il valore totale dei consumi di alimenti bio nel nostro paese è stato di 746,8 milioni di euro a prezzi ex-fabrica (+8,5% rispetto al 2002).
IL TARGET: cresce la domanda in Italia anche se in maniera diseguale: tassi più elevati a nord (65,7% del fatturato totale) e al centro (22,6%); più limitati nel Sud (8,3%) e nelle isole (3,3%).
Ogni famiglia italiana spende mediamente in un anno per i prodotti biologici circa € 80: preferiti gelati e surgelati (36%), latte e prodotti derivati (26%). Segue nella classifica delle preferenze frutta e verdura ( 16%), dolcificanti e integratori (10%), pane, pasta, riso e bevande (9%), biscotti e dolci (8%), prodotti per l’infanzia, uova e condimenti (6%). Ma chi acquista i prodotti biologici? Una cerchia ristretta di persone attente alla propria salute; più uomini (58%) che donne (42%), prevalentemente adulti (con età compresa tra i 40 e i 55 anni), con un reddito ed un livello di istruzione e un reddito elevati (impiegati, dirigenti, imprenditori).
LA PRODUZIONE: l’Italia, secondo la Coldiretti nel 2004 è stato il paese europeo leader in produzione: oltre un’impresa biologica europea su tre è italiana (37,7%). L’ortofrutta il segmento più importante (28,4% – in aumento rispetto al 2003), insieme a latte, yogurt e derivati (21,1% del mercato). Cresce la quota di succhi, conserve di frutta e verdura la cui percentuale sul totale in valore è passata dal 12,8% del 2002 al 13,6% nel 2003.
LA DISTRIBUZIONE: fino agli anni ’90 in Italia gli operatori della produzione e della distribuzione del biologico hanno pensato ad esportare in Europa del Centro-Settentrionale e poco alla creazione di un sistema distributivo interno. Oggi questo si sta sviluppando: la distribuzione del biologico avviene sempre più nelle tradizionali catene commerciali (che si stanno attrezzando con aree sempre più grandi dedicate a questa tipologia di prodotti), attraverso cooperative alimentari e rivendite in fattoria, oltre che in negozi specializzati in prodotti salutistici e di erboristeria o bio-supermercati.
LE STRATEGIE DI COMUNICAZIONE: far conoscere il biologico al grande pubblico. Questo l’obiettivo di aziende di produzione e distribuzione biologica o di consorzi alimentari bio. Le strategie adottate sono state diverse: Mustiola ha preferito concentrarsi sulle scuole, mentre Apofruit con il marchio Almaverde ha puntato maggiormente su stampa e Tv. Almaverde Bio ha appena lanciato una campagna informativa chiamata “Biocertezze”, co-finanziata dall’UE e sviluppata dall’Osservatorio Agroambientale di Cesena.