Dal 7 dicembre 2005 i navigatori del Web appartenenti a uno dei venticinque paesi membri (oltre duecento milioni di potenziali utenti costituiscono la popolazione Internet in Europa) dell’UE potranno registrare i domini ".eu", un suffisso che si aggiunge a quelli già esistenti (“.com”, “.it”, “.net” o “info”).

La decisione è stata annunciata dal consorzio Eurid, associazione non-profit internazionale che nel 2003 si è aggiudicata la gestione del nuovo registro Internet europeo, vincendo il primo appalto di servizio pubblico oneroso mai varato dall’Unione.

Tempi, modi e procedure di registrazione del nuovo dominio sono stati illustrati a Pisa nella sede dell´Istituto di Informatica e Telematica del Cnr in occasione dell´Eurid roadshow. Grande l’attesa che accompagna l’entrata in vigore: il numero di richieste già pervenute ai registrar (operatori che materialmente gestiranno le procedure di registrazione dei nomi a dominio) accreditati (ben 469 in rappresentanza di 38 paesi diversi che ha la sua compagine più folta in Olanda (86), Germania (68), Italia (38), Belgio (36) e Francia (28) sfiora ormai le diverse decine di migliaia.

Non tutti potranno avanzare richiesta in prima battuta; il processo di registrazione prevede 3 fasi:
– fase 1: dal 7 dicembre al 6 febbraio 2006 potranno candidarsi alla registrazione di un dominio ".eu" (questo al fine di evitare un accaparramento indiscriminato) solo gli enti pubblici, gli organismi governativi e i titolari di marchi registrati;
– fase 2: dal 7 febbraio al 6 aprile 2006 vi sarà spazio per i titolari di altri diritti considerati prioritari e protetti dalle leggi nazionali dei singoli stati;
– fase 3: dal 7 aprile, chiunque potrà richiedere la registrazione purché abbia raggiunto la maggiore età e risieda in uno degli stati membri Ue.

“L´assegnazione dei domini “.eu” – osserva Franco Denoth, direttore dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr – seguirà rigorosamente la regola del “first come first served”: il primo arrivato avrà diritto di priorità. A regime, per ogni dominio registrato, Eurid addebiterà al registrar l´importo di 10 euro, anche se i costi per l’utente finale saranno più alti e proporzionati al servizio offerto dal singolo operatore. Non escludiamo in futuro di ridurre il canone di servizio”.

Il progetto, per i più maliziosi, ha anche risvolti politici: Usa ed Europa sono sempre più concorrenti sul piano di Internet. L’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) è l’ente statunitense che conserva potere assoluto sul traffico online in quanto gestisce l’assegnazione dei siti web. Nonostante le promesse, esso continua ad essere sotto l’egida del governo americano. E all’Europa questo predominio non piace.

A chi chiede cosa succederà ai domini dei singoli paesi europei, il professor Denoth precisa che: “il suffisso .IT, resterà in vita e continuerà a significare che chiunque si registra verrà sottoposto alla legislazione italiana. Anche chi si registrerà al nuovo suffisso .EU sarà peraltro sottoposto al diritto della nazione da cui proviene, che com’è noto verrà influenzato però sempre più profondamente dalle direttive europee”.

Il ".eu", insomma, non sostituirà i vecchi suffissi, ma darà nuovo impulso all’unificazione dell’UE. Il passaggio più importante dopo l’introduzione dell’euro.