Come cambiano i Finanziamenti alle imprese, ovvero di tutti gli strumenti messi in campo da regioni, Stato e comunità europea. Negli ultimi anni la finanza agevolata si è concentrata su 4 obiettivi fondamentali.

  1. Incentivare lo sviluppo e il riequilibrio di aree sottoutilizzate.
  2. Stimolare l’occupazione (soprattutto di soggetti a rischio di esclusione sociale).
  3. Favorire gli investimenti delle imprese.
  4. Migliorare il posizionamento strategico-competitivo dei sistemi imprenditoriali.
  5. Sviluppare ed incentivare settori (innovazione, turismo, agricoltura, ecc.) incapaci di auto sostenersi.

Come cambiano i Finanziamenti alle imprese in Italia

Sono ormai trascorsi quindici anni da quando, con il varo della Legge 488/92, si è dato il via ad un corso nuovo della finanza agevolata. La 488/92 segnava la fine della Cassa per il Mezzogiorno, delineando un quadro normativo nuovo in cui si puntava ad una maggiore efficienza degli investimenti pubblici e della competitività del Sistema Paese.

Gli incentivi adottati dai governi che si sono susseguiti nel tempo sono stati principalmente 3.
– Incentivi automatici (legge 388). Soprattutto attraverso il credito d’imposta si puntava sulla velocità ed automaticità di accedere a fonti di finanza agevolata limitati negli importi (max € 100.000) e vincolati ad obiettivi specifici (ad esempio la creazione di siti e-commerce o per la pubblicità locale).
– Incentivi assegnati con modalità negoziali (Patti Territoriali, Contratti d’area e Contratti di Programma). Si è lavorato ad avviare interventi, come il contratto di localizzazione gestito da Sviluppo Italia, che offre agli investitori una serie di facilitazioni di natura finanziaria, amministrativa e procedurale, per agevolare gli investimenti produttivi in aree svantaggiate.
– Incentivi valutativi (legge 488). Prevedono attività istruttoria sulla validità tecnica, economica e finanziaria del progetto di investimento.

La Legge 488 nacque per fornire nuovi strumenti finanziari agli aspiranti imprenditori del Sud. Avrebbe dovuto innescare un movimento economico tale da far nascere un nuovo tessuto imprenditoriale. Con il passare del tempo ci si è però resi conto che si stavano ripetendo gli errori del passato, ovvero si stavano erogando contributi a fondo perduto indistintamente a soggetti senza validi progetti d’impresa.

La Nuova visione 

Il processo di revisione oggi in corso intende definire uno strumento valido per consolidare un tessuto imprenditoriale sano del Meridione. Il primo segnale concreto di questo nuovo orientamento è il passaggio ad un sistema di finanziamento “misto”. In pratica l’aiuto a fondo perduto è affiancato da un finanziamento a tasso agevolato. Questo nuovo sistema darà maggior peso alle banche, che applicheranno rigidamente i parametri di Basilea 2 per la verifica del merito creditizio. Il risultato è che saranno penalizzati gli start-up e saranno responsabilizzate sia le imprese che le banche, attraverso selezioni sempre più attente dei progetti, valutando il rispetto dei requisiti finanziari e innalzando barriere all’entrata.

In sostanza il livello medio di incentivazione si ridurrà ulteriormente, rimanendo interessante solo per le regioni in ritardo di sviluppo, dove il contributo concesso resta elevato. Si stringe, quindi, la maglia degli incentivi pubblici: una scelta che, se accompagnata da controlli efficaci e costanti, potrebbe incidere sui deplorevoli ma quantomai diffusi fenomeni speculativi legati alla finanza agevolata. Basterà? A nostro avviso no, se non accompagnato da una reale crescita della cultura della legalità della classe dirigente italiana.