Altissima l’attenzione di media e telespettatori (oltre 11,6 milioni di persone, attestandosi intorno al 45% di share) per Celentano e il suo “Rockpolitik”. Lo show man italiano torna in tv, dopo un lungo silenzio, per sfidare innanzitutto se stesso e le sue ultime discusse creature in tv, per superare gli ascolti della prima puntata di “Francamente me ne infischio” (1999 – 9,7 milioni di spettatori per una quota del 42,3%) e della prima puntata di “125 milioni di caz.. te” (2001 – 10,4 milioni di spettatori per una quota del 43,1%).

Le attese non sono state tradite: l’artista e i suoi partner avevano ragione a credere nel programma, che ha superato ogni aspettativa grazie anche alla presenza di ospiti di grande richiamo quali Roberto Benigni e Michele Santoro.

A decretare il successo della trasmissione anche la reazione degli spettatori italiani e la rapidità con cui espressioni quali “cosa è rock” e “cosa è lento” sono diventate di uso comune. Premiato anche il mondo della pubblicità e soprattutto le aziende che hanno scelto di pianificare "RockPolitik" a cifre record (i 135mila euro richiesti per 30 secondi sul break delle 21,30 rappresentano il valore più alto di tutta l’attuale periodo di garanzia pubblicitaria).

L’Upa ha espresso soddisfazione per bocca della neo direttora generale, Valeria Monti («una pacchia per gli investitori»). Le elaborazioni Media Consultans sui break mostrano ascolti medi di nove milioni sia per il break collocato fra la fine di "Affari tuoi" e l’inizio di " RockPolitik" che per il break delle 22,13.

La Ups, il Gratta e vinci, Tim, Kinder Ferrero, Poste italiane e Capitalia, hanno prodotto oltre nove milioni di contatti. Molto bene è andata anche la produzione d’ascolto della telepromozione Ferrarelle, con una media d’ascolto di oltre 11 milioni di persone.

Trasmissione preziosa l’hanno definita i centri media, la cui soddisfazione per le pianificazioni su “RockPolitik” è mitigata dalla contestazione che si apprestano a presentare. La concessionaria di pubblicità della Rai, Sipra, aveva inserito a listino tre break all’interno del programma. Ne sono andati in onda due soltanto.

Un danno rilevante. Il valore di un break è, a listino, di 1,4 milioni di euro. Difficile comprendere tanta rinuncia in un programma tanto atteso. Il primo break era previsto alle 21,30 mentre è andato in onda alle 22,13: il listino non implica l’ora esatta, 43 minuti di ritardo sono tanti, ma qui non conta la puntualità quanto che l’ascolto stimato dalla concessionaria, che giustifica il prezzo, sia veritiero. Il secondo break, previsto alle 22,30 è andato in onda alle 23,38 e il terzo non c’è stato. Peccato, perché la trasmissione presentava, secondo elaborazioni di Aegis Carat Export, un grado di attrattività (indice del programma sul totale ascolto) molto ben spalmato su tutti i target, anche giovani dai 15 ai 34. Un effetto molto raro per la prima serata e soprattutto per la prima rete Rai.