Oltre che per area geografica il rapporto Movimprese ha messo in luce delle differenze nel tessuto imprenditoriale italiano che varia da comparto a comparto (visualizza la tabella).

COSTRUZIONI: in valore assoluto è il settore che ha totalizzato il risultato migliore (29.691 unità, +3,58%).

SERVIZI ALLE IMPRESE: tralasciando i settori più piccoli questo comparto che raggruppa tra le altre le “Attività immobiliari; noleggio di macchine e attrezzature senza operatore; informatica e attività connesse; ricerca e sviluppo; altre attività imprenditoriali e professionali” nel 2007 è risultato il secondo in termini di performances positive, con una crescita del 4,07% e un saldo attivo di 25.599 unità.

INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA e ALBERGHI E RISTORANTI: nel 2007 hanno raggiunto risultati soddisfacenti. I due comparti contribuiscono al saldo complessivo rispettivamente con 3.033 (+2,72% di incremento percentuale) e 7.192 unità (+2,40%).

COMMERCIO: è un settore che ha registrato un aumento più contenuto (+0,13% pari a 2.133 unità).

SETTORI MINORI: fra i settori minori per dimensione, significativi sono i risultati di “SANITA' E ALTRI SERVIZI SANITARI” e di “ISTRUZIONE” con incrementi pari, rispettivamente, a 1.011 e a 624 unità (+4,03% e +3,08% in termini relativi).

IMPRESE ARTIGIANE: le imprese di questo comparto presentano una dinamica leggermente migliore rispetto al totale delle imprese. Tra gennaio e dicembre 2007, infatti,il saldo tra le imprese artigiane nate e quelle cessate è stato di 12.521 unità (nel 2006 era stato di oltre 10mila), con un crescita annuale dello 0,84% (contro lo 0,71% dell’anno precedente). Al netto della Valle d’Aosta, Lazio (1,93%), Sardegna (1,57%) e Liguria (1,53%) sono le regioni che mettono a segno la crescita più consistente in termini relativi. In valore assoluto, l’aumento maggiore si è registrato in Lombardia (+3.986 imprese), Lazio (+1.916) e Piemonte (+1.437).

IMPRESE AGRICOLE: prosegue anche nel 2007 il trend negativo delle imprese del comarto (-21.935 unità, pari ad una variazione negativa dello stock del 2,32%).