Nel 2007 le relazioni commerciali tra Italia e Brasile si sono intensificate raggiungendo i 7,8 miliardi di dollari.

Nel primo semestre del 2008 gli scambi hanno sfiorato i 4,7 miliardi (+27,7% vs. stesso periodo del 200/), diventando i due paesi solidi partner economici.

Anche la presenza delle aziende italiane in Brasile è sensibilmente cresciuta: nel giro di pochi anni è triplicata raggiungendo le 300 unità, segnale della buona reputazione del made in italy in questo Paese, complice anche la forte presenza della comunità italiana in Brasile.

Economia e scambi commerciali sono stati alla base della recente missione imprenditoriale compiuta dal Presidente Brasiliano Lula cui hanno partecipato un centinaio di imprenditori locale e ben 7 ministri tra i quali il capo della diplomazia Celso Amorim e la responsabile per Miniere ed energia Dilma Roussef.

Luiz Ignacio Lula da Silva parlando a circa 800 imprenditori italiani e brasiliani nella sede di Confindustria sottolinea l’importanza degli scambi commerciali tra i due paesi e la necessità di intensificarli proponendo uno scambio attraverso «una settimana italiana in Brasile e una settimana brasiliana in Italia». Da parte sua il Governo Brasiliano si impegnerà nel favorire insediamenti produttivi e scambi commerciali anche attraverso imponenti investimenti in infrastrutture (strade, ferrovie, porti, impianti petrolchimici, ecc.). La Roussef annuncia un programma di investimenti di oltre 54mila chilometri di strade, una dorsale ferroviaria, 21 nuovi aeroporti e la costruzione di porti. Sulla stessa scia Lula preannuncia l’avvio di grandi opere: 5 nuove raffinerie, 29 nuove fabbriche di cemento e poli petrolchimici.

La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, rilancia l’intenzione di creare nuovi canali commerciali in Brasile, visti anche i trand positivi per il nostro Paese: “dobbiamo fare ancora di più per rafforzare le relazioni economiche". L’Italia prosegue la presidente nei primi 7 mesi del 2008 ha visto crescere le esportazioni del 40%, contro il 23% della media Ue e l'import dal Brasile è salito del 10% arrivando a 3,7 miliardi.

L’Italia è diventato il II fornitore europeo del Brasile, dopo la Germania e ci sarebbero margini per una crescita ulteriore se venissero meno le barriere tariffarie che attualmente limitano l'interscambio commerciale.

Certo la crisi in atto avrà delle ripercussioni sulla crescita del Pil, anche in Brasile. Ma è in atto un ampliamento della classe media (oggi rappresentata dal 51,6% della popolazione). E l’economia brasiliana dovrà aprirsi all'estero: oggi questa fascia di Pil è il 13% contro il 37% della Cina. "La crisi deve essere – secondo il Presidente Lula – uno stimolo a crescere, non bisogna farsi prendere dal panico", sollecitando nuove regole, da definire anche con i Paesi emergenti.

Un quadro molto interessante per le imprese italiane che dovranno riuscire a cogliere le nuove opportunità di business in questo importante partner commerciale.