Un bollino per identificare i ristoranti italiani nel mondo: il progetto nasce da una costola del marchio "Ospitalità Italiana", che dal 1997 a oggi 6 mila imprese della filiera turistica nazionale hanno conquistato.

L’iniziativa punta al raggiungimento di 2 obiettivi: se da un lato ambisce, infatti, a promuovere la gastronomia made in Italy, dall'altro intende tutelarla dalle contraffazioni, un problema che costa al mercato agroalimentare italiano circa 50 miliardi di euro (fonte: stime Coldiretti sul fatturato globale dell'agropirateria dei prodotti tricolori), l’anno. Per raggiungere questo duplice obiettivo, è stato creato il bollino “Doc” che è già stato concesso a decine di ristoranti sparsi per il mondo, da Singapore, a Praga, Barcellona, Città del Messico, Caracas, Dubai e Chicago, dalle Camere di commercio italiane all'estero.

I promotori puntano ad accreditare 1000 ristoranti entro l'anno, grazie al contributo delle 45 sedi camerali estere.

Chi può essere accreditato: la certificazione Doc viene riconosciuta ai ristoranti italiani all'estero che dimostreranno di rispondere ai "dieci comandamenti" stabiliti da Unioncamere. In particolare è richiesta la presenza di almeno 1 persona che sappia parlare italiano e, soprattutto, di un cuoco che sappia cucinare i piatti della nostra tradizione, al menù tradotto correttamente in lingua nostrana e composto per almeno il 50% da piatti tricolori. Anche la carta dei vini deve essere made in Italy almeno per il 20% e in sala non può mancare una bottiglia di olio extravergine d'oliva prodotto nel Belpaese. Fondamentale l'uso dei prodotti enogastronomici italiani Dop e Igp che devono essere valorizzati attraverso un apposito elenco.

Potenziamento e difesa del marchio: questa la strategia del Governo che, come spiega Adolfo Urso, vice ministro allo Sviluppo economico “la tutela del made in Italy è la prima battaglia del nostro paese”.

Una sfida importante che, continua Urso, passa attraverso ”interventi sia in campo internazionale, a partire dal Wto dove stiamo portando avanti nell'ambito del Doha Round il dossier delle indicazioni geografiche, che a livello europeo dove l'Italia detiene il primo posto per la tutela di Dop e Igp con 203 prodotti tipici. Ma anche a livello nazionale: già dal 2005 abbiamo promosso iniziative a tutela del consumatore, punendo oltre a chi vende anche chi compra prodotti contraffatti”.

Mentre Augusto Strianese, presidente di Assocamerestero, sottolinea l’importanza dei valori dello "stile italiano" (accoglienza, qualità, saper fare, tradizione), dall'altra Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, presenta qualche numero. “Se, con questo progetto, riducessimo di 1 centesimo il fatturato realizzato con prodotti imitati o contraffatti, recupereremmo al made in Italy 500 milioni di euro”.

Non sarebbe affatto un cattivo risultato: inoltre, unendo gli sforzi, si potrebbe proseguire il cammino avviato per giungere in un futuro prossimo anche alla creazione di un brand unico per la promozione dell'Italia e del prodotto nazionale.