La mole dei rifiuti prodotti nel mondo si sta facendo via via più rilevante. Tra questi esiste una particolare tipologia che negli ultimi anni ha registrato un’enorme impennata, richiedendo interventi normativi specifici. Si tratta dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche o elettroniche, altrimenti note come RAEE.

In questa tipologia di rifiuti elettronici, che si distinguono a seconda della provenienza in domestici e professionali, rientrano tra le altre cose anche elettrodomestici, cellulari, computer e monitor, condizionatori e lampade. Tutte queste apparecchiature popolano le nostre abitazioni ed i nostri uffici e, una volta dismessi, se non adeguatamente gestiti, mettono in serio pericolo la nostra salute e l’ambiente che ci circonda.

Ispirandosi al principio indicato da Konrad Osterwalder, sottosegretario dell'ONU e rettore dell'UNU in Giappone secondo cui “i rifiuti di una persona possono diventare le materie prime di un'altra", la sfida di gestire i rifiuti elettronici è fondamentale per cogliere le opportunità che vengono oggi dalla green economy, che promette nuovi posti di lavoro. Il riciclo ed il riuso dei RAEE non rappresenta solo un costo: le apparecchiature elettriche ed elettroniche, infatti, contengono componenti preziosi, come l’oro, che vale la pena recuperare sia per il valore economico intrinseco degli stessi che per la necessità di recuperare materie prime, che ormai sono in progressivo impoverimento su scala globale e che stanno determinando una corsa ad accaparrarsi le materie prime ancora disponibili.

La crescita esponenziale di strumenti tecnologici venduti nel mondo lascia intravedere prospettive interessanti per chi opera nel mercato del recupero RAEE, in un contesto economico per altro segnato da una pesante crisi economica e da una stagnazione del mercato del lavoro. Nel 2009 si calcola in circa 27 milioni il valore economico perduto dai materiali riciclabili di apparecchi tv, telefonini, cordless, pc e macchine fotografiche dismessi e finiti in discarica insieme e in 660mila le tonnellate di C02 disperse nell’aria come prodotto di questo tipo particolare di rifiuti e che potevano essere risparmiate all’atmosfera. La situazione è destinata ad aggravarsi vista la crescita dei Raee (+5% all’anno), 3 volte più alta di quella dei rifiuti normali.

Per salvaguardare l’economia, il territorio e la salute è assolutamente necessario incentivare, e sensibilizzare all’uso di, processi virtuosi di gestione dei rifiuti.

Per i RAEE la discarica e l’incenerimento deve rappresentare la destinazione ultima, dopo che tutti gli elementi riciclabili, sono stati avviati al recupero.

Esempi positivi di recupero ce ne sono già diversi. Tra questi quello del Banco Informatico che raccoglie apparecchiature d'ufficio ancora funzionanti e li dona a scuole, università ed altri enti no profit. Un analogo recupero viene realizzato anche per i telefonini: la Ecosol, azienda belga leader in Europa nel recupero di cellulari dismessi funzionanti o rotti, estrae e separa i metalli riutizzabili offrendo un contributo massimo di 5 euro per ogni pezzo ricevuto.