La comunicazione può diventare nuovo terreno di inserimento lavorativo per molti giovani alla ricerca di un lavoro dinamico ed in continua evoluzione.

Una figura relegata non più soltanto al mondo degli uffici stampa e dell’editoria, ma che potrebbe presto entrare massicciamente nel mondo dell’arte, del turismo, del design e della pubblicità web.

Ne sono convinti anche nel mondo accademico che oggi cerca di proporre nuovi corsi per preparare figure competenti.

Lo Iulm, ad esempio ha lanciato il nuovo corso magistrale in «Arte, Patrimoni e Mercati» in collaborazione con la Triennale di Milano o quello in «Linguaggio dei media» della Cattolica. Giovanni Puglisi, rettore dello Iulm, al Corriere Economia spiega che "la gestione della comunicazione culturale offre buone possibilità. Pensiamo a galleristi, antiquari e collezionisti che hanno bisogno di figure professionali per presentarsi sul mercato.”

Analoghe convinzioni si trovano anche in Ruggero Eugeni, direttore dell'Alta scuola in Media e Comunicazione dell'Università Cattolica “il nostro progetto formativo coinvolge più facoltà per fornire agli studenti sia competenze tecniche sia umanistiche. Oggi un know-how letterario, o filosofico, abbinato alla preparazione tradizionale viene valutato positivamente dal mercato del lavoro".

Anche le università devono però fare i conti con una politica di doveroso contenimento delle spese. Ecco che la soluzione spesso si trova nella revisione degli attuali corsi di formazione che si sono mostrati validi nel tempo, evitando di creare nuovi corsi, in linea con le direttive imposte dal Ministero dell’Istruzione agli Atenei Italiani, che ha imposto il contenimento del numero di corsi di laurea e la cancellazione di corsi poco frequentati.

Ogni variazione nel percorso formativo dei giovani non può prescindere da un mercato del lavoro in continua evoluzione, sempre più dominato da nuovi media e nuove tecnologie.

L’accorpamento dei corsi di laurea consente di formare figure meno specializzate che possono decidere al termine dei loro studi se orientarsi, ad esempio, verso la comunicazione d'azienda o quella della pubbliche amministrazioni che, evidentemente, rispondono a logiche tra loro molto diverse.

I nuovi spazi per chi vuole ent5rrare nel mondo della comunicazione secondo gli specialisti ci sono e sono legati soprattutto alle nuove tecnologie, al web 2.0, al design ed alle pubbliche amministrazioni, ampio settore che oggi vive un processo di profonda ristrutturazione e che dà nuovo spazio al dialogo ed alla comunicazione con i cittadini. Per avere un’idea di quanto spazio ci sia per i comunicatori nelle pubbliche amministrazione è sufficiente pensare a quanto poco numerosi siano i comuni italiani che già oggi vantano al proprio interno un responsabile della comunicazione.