La crescita economica di un’azienda, un territorio, un paese, dipende per gran parte dalla capacità innovativa e dagli investimenti in Ricerca e Sviluppo. Imprese ed organismi di ricerca sono chiamati ad avviare processi di innovazione che facciano crescere il livello di efficienza e produttività, favorendo la crescita economica.

Ricerca e Sviluppo. I Numeri chiave.

Proviamo a valutare la posizione dell’Italia a livello europeo e mondiale sulla base di alcuni parametri. Tutti i dati presenti in questo articolo hanno come fonte il Rapporto Annuale sulla Innovazione a cura della Fondazione per l’Innovazione Tecnologica COTEC.

Investimenti in ricerca e sviluppo

Tra il 1990 ed il 2006 la spesa in R&S in Italia e cresciuta a ritmi contenuti. Tra il 2003 e il 2006, il volume di investimenti in Ricerca e Sviluppo realizzati da imprese, pubblica amministrazione, istituzioni private non profit ed università è salito del 3,99% passando da 14.769 a 16.835 milioni di euro.
Nel 2006, l’Italia ha investito l’1,15% del proprio Pil in R&S. Si tratta di una percentuale di gran lunga inferiore rispetto ai principali paesi industrializzati (nel 2005 era stata dell’1,10%).

Nel 2006, il 70,7% degli investimenti privati in Ricerca e Sviluppo viene effettuata in Italia da imprese con oltre 500 addetti, segnalando l’esistenza di un marcato squilibrio tra le grandi realtà e le PMI che investono in R&S solo il 22,3% del totale della spesa.

Investimenti per regione (visualizza il grafico).

Sommando alla spesa in Ricerca e Sviluppo delle regioni dell’Italia settentrionale quella di Toscana, Emilia Romagna e Lazio, si ottiene il 75% del totale della spesa nazionale. Gli investimenti in R&S si concentrano nel nord Italia. Il divario economico tra le due aree del Paese si ritrovano anche negli investimenti in innovazione.

Nel 2006 il Piemonte è stata la regione che ha investito di più in termini percentuali rispetto al PIL (1,80%) seguito da Lazio (1,71%), Liguria (1,29%), Emilia Romagna (1,23%), Campania (1,23%), Friuli Venezia Giulia (1,20%) e Lombardia (1,19%). Nei gradini più bassi della classifica si posizionano Valle d’Aosta, Calabria e Molise.

Investimenti per settore (visualizza la tabella). 

Il 24,4% degli investimenti riguarda il settore della fabbricazione di autoveicoli e altri mezzi di trasporto, il 10% alla produzione di apparecchi meccanici, il 9,8% alla fabbricazione di componenti elettronici. Seguono l’industria farmaceutica (8,8% della spesa in R&S delle imprese), commercio e servizi (5,6%) e l’industria chimica (5,4%).

Addetti del settore Ricerca e Sviluppo. 

In Italia gli addetti alla R&S tra 2004 e 2006 sono cresciuti del 17%, passando da 164.026 a 192.002. Inoltre, il numero di ricercatori è salito del 23% (sfiorando le 88.430 unità nel 2006), quello di tecnici e personale di altra natura del 13%, superando nel 2006 le 100 mila unità.

La Lombardia, nel 2006, resta la regione leader (il 19,3% del totale nazionale operava in questa regione), seguita da Lazio (15,9%), Piemonte (10,3%), Emilia Romagna (10,2%), Veneto (6,9%,) e Toscana (6,5%). In basso alla classifica regionale stazionano Valle d’Aosta, Molise e Basilicata: complessivamente raggiungono appena l’1% del totale degli addetti alla R&S nazionali.

Investimenti in tecnologia. 

Tra il 2004 e il 2006 il rapporto tra PIL ed investimenti in tecnologie dell’informazione (IT) per l’acquisto di hardware, software e altri servizi in Italia é rimasto stabile (1,6-1,7%).  Il dato è più basso rispetto alla media dell’UE-15 (2,7%) e visibilmente più contenuto rispetto a paesi come Svezia e Regno Unito (prossimi al 4%).

La familiarità delle imprese con Internet: nel 2007, il 96,2% del totale delle imprese è dotata di computer, mentre circa il 35% degli addetti sul totale delle imprese utilizza quotidianamente una postazione dotata di connessione Internet.

La percentuale di imprese italiane dotate nel 2007 di strumenti informatici per la gestione, in tutte le sue fasi, degli ordini dei clienti (Customer Relationship Management) è stata del 22,6%, più che quelle spagnole (20,6%), britanniche (16%) e francesi (11,1%). Sempre nel 2007 il 55% del totale delle imprese italiane ha effettuato analisi di mercato mediante Internet (contro il 48,3% della media europea).