Una corretta gestione di un’azienda, sia essa del settore industriale o di servizi, ditta individuale o società di capitali dotata di un’organizzazione complessa, costituisce una leva prioritaria per operare con successo sui mercati. In un momento economico come quello attuale, gestire un’impresa in modo corretto significa, innanzitutto, creare un’organizzazione dinamica e flessibile, pronta a rimodellarsi in qualunque momento in base ai cambiamenti di scenario o di domanda. Per raggiungere questo obiettivo il primo passo è creare una struttura aziendale ben definita, in cui vi sia una chiara e conoscenza di ruoli e responsabilità.

Si tratta di un aspetto, questo, cruciale e spesso non tenuto in considerazione nelle imprese più piccole o a gestione prevalentemente familiare. In passato il modello organizzativo che imperava era quello in cui l’imprenditore da solo governava la sua impresa, concentrando nelle sue mani tutte le decisioni più importanti. Si trattava di una gestione in cui l’azione di comando si basava quasi esclusivamente su esperienza o sull’intuito personale e le decisioni erano dettate da emergenze piuttosto che il frutto di lungimiranti strategie di lungo periodo. Questo modello permane ancora oggi nelle piccole realtà imprenditoriali italiani dove sovente si possono incontrare imprenditori che si ostinano ad esercitare il proprio ruolo di supremo decisore, senza riuscire a delegare alcuna responsabilità ai propri collaboratori, anche quando si tratta di risorse valide e di provata competenza.

Questo modello gestionale ha mostrato tutta la sua debolezza quando si è confrontato con gli scenari internazionali, caratterizzati da mutevolezza e grande concorrenza. L’elemento di debolezza principale era costituito dalla rigidità di questo tipo di organizzazione che non riusciva a rimodellarsi in base, ad esempio, ai cambiamenti di domanda. Molte imprese in cui l’imprenditore non è riuscito ad accettare l’idea di farsi affiancare da nuovi collaboratori dal profilo manageriale hanno spesso finito con il chiudere. Altre sono riuscite a sopravvivere ma continuano a fluttuare e risentire pesantemente anche delle minime variazioni del contesto. Pochissime sono riuscite a governare i cambiamenti e, addirittura, a sfruttarli per consolidare la propria quota di mercato. Migliori sono state le sorti delle imprese in cui gli imprenditori hanno sperimentato una gestione più moderna basata su pianificazione e controllo, competenze e professionalità acquisite internamente o esternamente.

I vantaggi principali raggiunti da chi ha adottato un simile modello di gestione sono stati soprattutto la possibilità di:
– affrontare sinergicamente la complessa gestione del personale;
– uniformare le procedure e le risposte dell’azienda verso l’esterno (clienti, fornitori, ecc.)
– valorizzare le professionalità presenti in azienda e ottimizzare l’uso di tutte le risorse disponibili (umane, strumentali e finanziarie);
– promuovere una nuova cultura aziendale basata sulla valutazione dei risultati e la meritocrazia;
– analizzare le performances aziendali per valutare il sistema di gestione ed eventuali variazioni in termini di pianificazione, programmazione, valutazione e controllo di gestione.

Vediamo quali sono gli elementi che connotano un’organizzazione strutturata e la differenziano rispetto ai modelli gestionali del passato.