Erano previsti circa 1.600 delegati all'annuale Iab Forum, che fa il punto sulla pubblicità online. Invece, a sorpresa, dentro il Convention Center della Fiera Milano City, c'erano 2.000 addetti al web, armati di palmari e telefonini di terza generazione, su cui prendere appunti ed inserire nuovi contatti.

Lo scenario disegnato dai relatori è affascinante. A livello mondiale, i navigatori hanno superato il miliardo di unità proprio lo scorso ottobre, gli americani hanno fatto acquisiti online per oltre 200 miliardi di dollari, eppure – almeno in Italia – la pubblicità sulla rete è ancora sottodimensionata.

Assorbe appena il 2% dell'intero mercato pubblicitario, di cui invece la tv ingoia il 60%. "Di qui la necessità – dice il ministro Paolo Gentiloni – di liberare risorse nel mercato per alimentare più players, e creare maggiore libertà d'informzione".

Erano previsti circa 1.600 delegati all'annuale Iab Forum, che fa il punto sulla pubblicità online. Invece, a sorpresa, dentro il Convention Center della Fiera Milano City, c'erano 2.000 addetti al web, armati di palmari e telefonini di terza generazione, su cui prendere appunti ed inserire nuovi contatti.

Lo scenario disegnato dai relatori è affascinante. A livello mondiale, i navigatori hanno superato il miliardo di unità proprio lo scorso ottobre, gli americani hanno fatto acquisiti online per oltre 200 miliardi di dollari, eppure – almeno in Italia – la pubblicità sulla rete è ancora sottodimensionata.

Assorbe appena il 2% dell'intero mercato pubblicitario, di cui invece la tv ingoia il 60%. "Di qui la necessità – dice il ministro Paolo Gentiloni – di liberare risorse nel mercato per alimentare più players, e creare maggiore libertà d'informzione".

Ma Gentiloni smentisce l'ipotesi secondo la quale Internet andrà a risucchiare soldi dal ricco bacino della tv, oppure a quello della stampa e della radio. "Siccome la nostra economia è ampiamente formata da piccole e medie imprese, che finora non hanno potuto permettersi la pubblicità sui broadcast televisivi, adesso potranno farlo con il narrowcast di Internet". Quindi denaro fresco, non sottratto agli altri mezzi, sarebbe quello che circola sulla Grande Rete. Finora la torta è scarna, come fa notare il presidente dello IAB Layla Pavone: 200 milioni di euro investiti, a fronte di una crescita esplosiva + 50%. Marco Testa, presidente di Assocomunciazione, sostiene che: "Intenet è il media più moderno in assoluto. L'atteggiamento dei grandi inserzionisti è di attenzione altissima al media interattivo, ma si sta cercando di capire meglio i meccanismi che scatenano fenomeni virali come You Tube, che produce 100 milioni di visitatori per settimana".

"Le 1.553 aziende che investono – sostiene Paolo Duranti, direttore Nielsen Media Research – in pubblicità online, spendono mediamene per una campagna su Internet 72 mila euro, pari praticamente all'investimento medio fatto sui periodici. I settori più sensibili all'efficacia della pubblicità online sono tlc, finanza ed assicurazioni, tempo libero, ed un terzo delle aziende che oggi fanno pubblicità in televisione, usa anche Internet". Un dato che incoraggia è che il 58% delle aziende che fanno pubblicità su Internet sono marchi nuovi, che non avevano investito in precedenza sulla rete. E per la prima volta aziende come Nissan, scelgono la rete per sponsorizzare un concerto come quello di Christina Aguilera su Yahoo Music. E chi sceglie Internet non lo fa per un'uscita solitaria: il 34% degli inserzionisti resta online per due/tre mesi. E si attende un boom che volendo azzardare potrebbe assomigliare a quello attraversato dalla tv commerciale negli anni degli anni 80.

tratto da www.repubblica.it