Lo scenario produttivo attuale richiede un ripensamento generale della gestione del personale, sui meccanismi di valorizzazione dello stesso e sulle modalità di approccio del management nei confronti dei propri dipendenti. Un patrimonio prezioso da cui dipendono le sorti di un’azienda. Ne abbiamo parlato con Marco Autorino, amministratore della società di consulenza People&Business Value.

La sinergia del team di lavoro: nasce più dalla condivisione di valori e obiettivi o dall’abilità del team leader?

La sinergia in un gruppo di lavoro, ossia quando il risultato ottenuto è superiore alla somma dei risultati ottenibili dai singoli membri del team (1 + 1 = 3), è il frutto di molti fattori. Il team leader gioca un ruolo fondamentale, perché spetta a lui: definire e condividere una visione chiara ed ispirante per tutti, mantenere alto il livello di energia del gruppo, rimuovere le barriere che si trovano nel percorso, assicurare che tutti abbiano un ruolo chiaro che valorizzi le competenze e i talenti individuali, allineare continuamente il gruppo rispetto agli obiettivi che ci si è dati, ecc…
Ma tutto non è sufficiente. E’ necessario che alla base ci sia compatibilità ed allineamento tra i valori ed obiettivi individuali e quelli che il gruppo, con il supporto del leader, si vuole dare. Oggi si parla tanto di individualismo e difficoltà di relazioni interpersonali, sempre più mediate dai nuovi media (es. sms, telefonia mobile, e-mail, chat).

Come è possibile coniugare questa tendenza con il lavoro in team?

In realtà questi nuovi media, se ben utilizzati, possono aiutare enormemente un gruppo di lavoro a lavorare in maniera efficace insieme. Permettono ad un team di lavoro di rimanere connesso anche se i diversi membri del team si trovano in luoghi diversi. Non è necessario stare tutti e sempre sotto lo stesso tetto. Il rischio è però quello di abusare di questi strumenti utilizzandoli troppo ed in maniera inappropriata. Mi è capitato più volte di ricevere una e-mail dal mio compagno di stanza quando sarebbe stato molto più efficace parlare dell’argomento guardandosi negli occhi.
A mio modo di vedere dobbiamo tutti essere formati bene alle funzionalità di questi nuovi strumenti, capire come e quando utilizzarli e ripensare di conseguenza le modalità di lavoro di un team, senza comunque dimenticare che il team è fatto di persone umane e che le relazioni interpersonali sono importanti e vanno salvaguardate

Flessibilità ….. un termine molto in voga nel mondo del lavoro. E’ un sinonimo di precarietà o un passaggio obbligato nella realtà professionale attuale?
Bisogna capire bene cosa s’intende per flessibilità. Indubbiamente è un termine abusato. Ad ogni modo credo sia un passaggio obbligato, oggi è impensabile ipotizzare un contesto di lavoro che non richieda “flessibilità” nell’approccio al mercato/cliente, nella definizione e gestione della propria catena del valore e dei processi aziendali, nelle modalità di lavoro e nelle forme contrattuali, nell’introduzione di nuove tecnologie, ecc..

“Saper fare” o “….. saper essere”: cos’è più importante in azienda?
Sicuramente il “saper essere”. Il “saper fare” si può insegnare, il saper essere è molto difficile, spesso impossibile.

Cosa rende un modello organizzativo vincente?
Credo sia fondamentale riuscire a modellarsi e rimodellarsi continuamente in funzione di obiettivi, strategie, capitale umano e risorse disponibili, mercato e contesto competitivo.

Quale la sfida, secondo lei, nella gestione delle risorse umane?
La valorizzazione del capitale umano: le risorse umane in azienda non più un costo, bensì un capitale da valorizzare, un patrimonio di competenze e konw how che che devono essere messe a fattor comune. Solo così possono migliorare i processi aziendali e diventare una “ricchezza” per l’azienda e gli altri colleghi.