Diversificazione e specializzazione. Queste le due strade per valorizzare il turismo montano in Italia. L’aumento degli spostamenti in montagna, deve spingere gli operatori del comparto neve ad investire: in impianti e strutture sciistiche, ma non solo. Perché non tutti vanno in montagna per sciare, anzi i numeri ci dicono esattamente il contrario (solo un turista su quattro va in montagna per sciare). Indispensabile, quindi, ampliare l’offerta, magari puntando su enogastronomia e benessere fisico, specializzazione e promozione.
In realtà le nuove tendenze possono produrre risultati importanti solo se indirizzati verso 2 direzioni:
1. Target di riferimento – Il target vacanziero invernale si differenzia da quello estivo. Sono per lo più giovani, con ottima disponibilità economica, proveniente solitamente dal Centro-Nord Italia, con una forte propensione a spostarsi all’estero se il rapporto qualità/prezzo è più conveniente (fonte: IPR marketing).
2. Promozione – Qualità e diversificazione dell’offerta da sole non bastano. E’ necessario che vi sia un’attività costante di promozione ed un occhio vigile a quanto accade nel mercato e soprattutto ai competitors stranieri. Il turismo montano italiano ha tutte le carte in regola per diventare un settore portante per il turismo made in italy. I numeri sono di tutto rispetto se pensiamo che per la stagione in corso si stima un fatturato annuo di circa 4,2 miliardi di euro per un peso percentuale rispetto al fatturato generato dal turismo nazionale di circa l’11,8%.