Nonostante la crisi l’Italia resta in cima alla classifica delle mete di viaggio più desiderate all’estero.

Nel 2009 l’80,9% dei Tour operator europei e l’89% di quelli statunitensi ha richiesto mete italiane: l’appeal che esercita il nostro Paese è ancora alto anche se i progetti di viaggio in Italia che si trasformano in viaggi venduti e dunque in fatturato riguardano solo il 34% dei casi (-1,6% rispetto al 2008) secondo Unioncamere–Isnart.

“La crisi investe anche il turismo, ma la flessione del nostro Paese a livello internazionale è tutto sommato contenuta – secondo il Presidente di Unioncamere, Ferruccio DardanelloLe politiche di contenimento dei prezzi degli hotel, soprattutto di categoria superiore, sono state una scelta efficace per fronteggiare il calo generalizzato della domanda. La buona richiesta del ‘prodotto Italia’ proveniente dal resto del mondo unita all’aumento del numero di turisti italiani, inducono a sperare si confermi quanto meno l’andamento dello scorso anno, in attesa di una ripresa nel 2010”.

La sostanziale tenuta del prodotto “Italia” è ancora più importante in un contesto difficile: il calo internazionale dei viaggi organizzati sta investendo molto severamente alcuni diretti competitor, soprattutto la Spagna che, seconda dopo l’Italia dal 2006, quest’anno scende al terzo posto, perdendo il 10% rispetto al 2008. Tiene la Francia (36,1% le richieste nel 2009, erano il 34% nel 2008), mentre aumenta la quota di clienti che richiede la Germania (22,7% contro il 17,6% del 2008) e l’Austria, che, con il 17,3%, si aggiunge alla classifica delle prime 5 destinazioni richieste ai grossisti dell’intermediazione internazionale.

In Europa, sul totale dei viaggi venduti dai Tour operator la quota di fatturato Italia è pari al 33,3%, leggermente in calo rispetto al 2008 (36,1%). La quote dei viaggi verso l’Italia rispetto al totale del venduto negli Usa, nonostante l’elevata contrazione della domanda di viaggio, resta stabile (il 50% circa), cresce molto nel mercato indiano (passando dal 18,6% del 2008 al 22,4% del 2009), ma cala in Giappone (dal 37,8% del 2008 al 17% del 2009).

Il 55,6% degli intermediari sostiene che il prodotto Italia nel 2009 è complessivamente venduto meno del 2008 a causa del calo della domanda organizzata statunitense, del Regno Unito, Svizzera,e Paesi dell’Est.

Per la prossima estate i Tour Operator non sono molto ottimisti sulla domanda mondiale di viaggi organizzati:
– il 62,6% segnala una diminuzione
– il 25,9% indica una stabilità
– solo l’11,5% dichiara un aumento.

I più penalizzati dalla crisi sono gli operatori spagnoli (l’83,3% indica una diminuzione), britannici (80%) e statunitensi (74%). Stabile l’andamento secondo i Tour operator austriaci (64,3%) e scandinavi (40,9%). Un aumento superiore alla media è atteso dagli intermediari indiani (23%) e della Repubblica Ceca (22,2%).

C'è molta per il 2010, anno in cui second gli addetti ai lavori, si tornerà a crescere e si verificherà la tanto attesa ripresa econimica. Il 40,7% degli operatori del turismo organizzato ritengono che le richieste di viaggio in Italia cresceranno.

Il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello sostiene che per il cturismo italiano si possa e si debba fare di più: il settore oggi, insieme al suo indotto, rappresenta il 9,7% del Pil nazionale. Per crescere è però necessario investire più risorse nella promozione dell’immagine del Paese o attuare politiche di riduzione dell’Iva, analoghe a quelle adottate da Francia e Spagna, di modo che il contenimento dei prezzi ai clienti finali non pesi solo sulle imprese del settore.