L’imbottito “made in Italy” è un comparto decisamente export oriented. Il 67,7% della produzione è esportato, principalmente sul mercato americano (gli USA rappresentano il primo mercato di sbocco, in grado negli anni '90 di trainare la crescita del segmento almeno fino al 2000-2001, quando si è registrato anche un calo in Germania e Giappone). L’Italia è il primo esportatore di mobili imbottiti nel mondo, una leadership messa oggi in discussione dall’aumento generalizzato delle esportazioni dei paesi in cui il costo del lavoro è decisamente più basso e che stanno penetrando i mercati mondiali con prodotti a prezzi altamente competitivi.

Tra i Paesi emergenti per la localizzazione e lo sviluppo dell’industria del mobile vanno ricordati Cina, Polonia, Messico, Indonesia e Malesia ed ancora, per determinate tipologie di prodotto, è possibile trovare fornitori altamente competitivi anche in Romania, Sudafrica, Brasile, Tailandia, Taiwan e Filippine. La Cina esporta circa il 13% della sua produzione di mobili imbottiti e il suo principale mercato di sbocco sono gli Stati Uniti.

Il gigante asiatico rappresenta un paese di grande importanza nell’analisi del comparto economico-produttivo del mobile imbottito sia per l’elevata competitività dei costi e la dimensione del mercato interno, per l’elevata dotazione di risorse umane. Dopo una fase di profonda ristrutturazione, le imprese del mobile nell’Est Europa (Polonia, Ungheria, repubblica Ceca, Romania) sono diventate uno dei poli produttivi emergenti, rappresentando il 35% delle esportazioni mondiali di mobile imbottito.

Questi produttori hanno trovato nell'Europa Occidentale un interessante mercato di sbocco offrendo in molti casi agli imprenditori italiani la possibilità di attuare processi di delocalizzazione produttiva (es. in Polonia). La capacità di tali paesi di proporsi sui mercati mondiali è stata facilitata dall’evoluzione dei trasporti e della logistica, dal progresso delle Itc e del coinvolgimento delle medie strutture distributive nei processi importanti.

Il distretto industriale del mobile imbottito italiano, quindi, vive oggi una fase di transizione, messo in profonda discussione sollecitando le imprese locali a cambiamenti più o meno radicali nella loro impostazione strategica. Per reggere alla concorrenza, i produttori sono chiamati a scelte strategiche orientate verso
– produzioni a maggior valore aggiunto (progettazione e design);
– approcci strutturati di presidio dei mercati finali (commercializzazione delle vendite);
– innovazione di processo e di prodotto per il milgioramento delle produzioni e l'ampliamento/differenziazione della gamma.

Per perseguire questa finalità, si rende necessario puntare su risorse altamente qualificate, attivare collaborazioni fitte con altre aziende del comparto, attivando rapporti con la distribuzione e investendo per accrescere la propria presenza sui mercati esteri.