Il turismo rappresenta circa il 10% del Pil mondiale e impiega direttamente circa 230 milioni di persone nel mondo. Nonostante la crisi economica si prevede che dagli 800 milioni di visitatori all’anno, stimati attorno al 2005, si supererà prossimamente il miliardo di persone.

Sulla crescita del turismo tutti dichiarano che c'è spazio, "sebbene ci siano molte incertezze sulla durata dell'attuale crisi e su quanto profondo sarà il suo impatto, la passata esperienza dimostra che il settore viaggi e turismo si riprende sempre dopo gli indebolimenti ciclici e a volte ne esce ancora più forte".

In Italia il settore turistico vale tra 115 ai 200 miliardi di euro all’anno, circa il 7-8% del Pil, che sale al 12-13% se si considera anche l’indotto e rappresenta, di fatto, la prima industria nazionale che impiega circa 2,5 milioni di persone.

Il comparto assiste, negli ultimi anni, all’inesorabile perdita di capacità competitiva a livello internazionale: in cima alla graduatoria mondiale per valore di Pil del settore turistico si collocano paesi come gli Usa, la Cina ed il Giappone.

L’Italia è ottava e sta progressivamente perdendo posizioni: era in terza-quarta posizione fino ad una quindicina di anni fa; oggi è superata da altri Paesi Europei come Francia e Spagna.

Il WTTC (World Travel & Tourism), organizzazione mondiale che riunisce i principali operatori dell’industria dei viaggi e delle vacanze, stima che l’Italia nel prossimo decennio vedrà crescere il Pil turistico (da 226,1 a 292,9 miliardi di dollari), ma perderà ancora una posizione nella classifica mondiale, scendendo dall’ottava alla nova posizione, surclassata dalla Russia.

Nel 2018 rischia, persino, di uscire dalla “top ten” per il valore degli investimenti nel settore turistico, dove oggi è ottava con un importo di 38,9 miliardi di dollari. Per invertire la rotta sarà necessario attuare attente politiche di sviluppo: il 2009 per il WEF sarà un anno importante per il turismo italiano. La difficile situazione economica internazionale farà crescere la concorrenza e porterà i clienti, che hanno una capacità di spesa sempre più limitata, a premiare le proposte migliori sia dal punto di vista economico che di qualità e completezza dell’offerta.

Competitivi, secondo gli addetti ai lavori, si potrà essere solo se si creerà efficienza lungo l’intera catena turistica. Questo significa, in altri termini, investire per incrementare i collegamenti (es. attraendo più compagnie a coprire le tratte verso le città italiane), migliorare la qualità dell’offerta, promuovere strategie di promozione e di comunicazione condivise a tutti i livelli istituzionali, dal Governo centrale fino agli enti locali e, soprattutto, adottare un approccio più moderno nella promozione del territorio italiano e nelle attività di marketing del territorio.

Tra le misure che concretamente potrebbero favorire il rilancio del turismo italiano vi sono:
– misura di destagionalizzazione turistica
– rivalutazione degli immobili turistici

– allineamento delle aliquote Iva del settore a quelle dei principali Paesi concorrenti;
– individuazione di standard di qualità omogenei e trasparenti.