I consumatori in Italia mostrano una crescente attenzione verso le tematiche ambientali nonostante, o forse anche a causa della congiuntura economico-finanziaria attuale poco rassicurante. A delineare il quadro di questo scenario è stata la survey “Alla ricerca di nuovi giacimenti di consumatori retail: dal Green Stakeholder al Green Consumer”, condotta dalla società di consulenza internazionale Arthur D. Little, società internazionale di Consulenza di Direzione su un campione di oltre 1.000 consumatori di età compresa fra i 18 e i 60 anni localizzati in tutta Italia.

L’indagine ha messo in luce la forte consapevolezza che ha oggi il consumatore italiano verso la sostenibilità ambientale: l’80% degli intervistati la ritiene un tema attuale ed urgente. Il 18% si dichiara scettico e pensa che sia ormai troppo tardi per intervenire, mentre solo il 2% ritiene che sia un tema da rimandare ad un lontano futuro. Queste convinzioni si riflettono nello stile di vita degli italiani:
– il 68% di loro si impegna quotidianamente a favore dell’ambiente nei propri acquisti, nelle modalità di trasporto, nei consumi di energia e nella scelta dei servizi
– il 16% si dichiara capace di influenzare i comportamenti di altre persone
– il 6% chiede una maggiore responsabilità da parte di aziende e istituzioni.

Il mercato chiede alle aziende un impegno nei confronti della tutela ambientale: ritiene che sia un dovere (44%) e che questo possa renderle più attrattive (53%). Le aspettative maggiori si concentrano sulla GDO (98%), settore in cui il 67% degli intervistati riconosce almeno un brand specificamente impegnato nella tutela dell’ambiente.

“Il mercato del green consuming è un giacimento largamente inesplorato”, dichiara Davide Vassallo, Director Sustainability & Risk di Arthur D. Little. “Richiede, certo, un forte impegno da parte delle aziende ma offre grandi opportunità di crescita in quanto il bacino di consumatori sensibili alle tematiche ambientali è molto eterogeneo, attrattivo e chiede semplicemente di essere servito, comprendendone le logiche di servizio, di soddisfacimento e di prezzo.”

Più del 50% degli intervistati si dichiara disposto ad acquistare più prodotti “verdi” a fronte di un aumento dell’offerta e dell’informazione. Il 43% di chi ha acquistato nel corso dell'ultimo anno prodotti “verdi” vi ha dedicato una quota di portafoglio che va dal 5 al 20%; il 30% si è dichiarato disposto a pagare un premium price riconoscendo in tal modo grande valore al prodotto/servizio che ha acquistato.

“L’indagine fa emergere chiaramente alcune indicazioni strategiche per le aziende”, aggiunge Massimo Armenise, Director Financial Services Group di Arthur D. Little. “Se si vuole presidiare questo mercato che e' in grado di sprigionare un grande potenziale di valore è necessario avvicinare il proprio brand al tema della sostenibilità ambientale, utilizzando la sostenibilità come ingrediente operativo della struttura dell’offerta e del processo di gestione della relazione con il cliente dimostrando così la volontà di voler condividere un progetto ambizioso comune di medio termine; ciò avrà ancor più valore in quei settori industriali – quale quello dei servizi finanziari – dove nei prossimi mesi si giocheranno partite cruciali attorno al tema della fidelizzazione del cliente.”

Per ulteriori informazioni contattare Emanuela Locci / Lidia Rapisarda -emanuela.locci@mslworldwide.com  / lidia.rapisarda@mslworldwide.com