In Italia cresce la domanda di prodotti alimentari tipici legati al territorio. Non fa eccezione il gelato, un prodotto che vede una fortissima concentrazione delle vendite nel periodo estivo.

Ed è proprio nelle vendite di questo prodotto che si sta riscontrando un trend nuovo: aumenta la richiesta di gusti di stagione e locali ottenuti da prodotti caratteristici del luogo di vacanza. Si tratta di un fenomeno strettamente legato, secondo la Coldiretti, alla crescente domanda di prodotti legati al territorio. Prodotti freschi e genuini che ben si inseriscono nel quadro di una più diffusa sensibilità ambientale dei consumatori oggi disposti a rivedere i propri comportamenti in nome del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni di gas serra dovuti ai trasporti. 

I  gusti tipici infatti contribuiscono a ridurre l'inquinamento ambientale perché a differenza di quelli esotici vengono prodotti con frutti o aromi che percorrono brevi distanze prima diventare degli ottimi gusti. E così che nel centro di Catania esplode la richiesta di gelato al pistacchio di Bronte, sul lungomare di Reggio Calabria si può assaporare quello al bergamotto, mentre a Cuneo spopolano frutti di bosco e nocciole del Piemonte Igp. E ancora nel pieno centro di Verona è stata inaugurata la prima gelateria dove è possibile trovare un’ampia selezione di gusti a base di prodotti locali, come le more della Valpolicella, i marroni di montagna di San Zeno, l'amarone di Negrar e il limone di Torri del Benaco acquistati direttamente dagli agricoltori delle campagne limitrofe, come pure il latte che proviene dagli allevamenti del monte Baldo o le uova da un'azienda padovana.

Si tratta di un'alternativa al consumo di gusti con prodotti esotici provenienti dall’estero che per giungere in Italia richiedono enormi quantità di petrolio e di emissioni di C02: per trasportare a Roma un chilo di papaya dall'Argentina in volo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio e si liberano 16,2 kg di CO2 mentre per un kg di mango dal Cile si richiede la combustione di 5,8 kg di petrolio con l'emissione di 7,4 kg di CO2.

L'interesse dei gelatai per i nuovi sapori a “chilometri zero” ha fatto aumentare notevolmente il numero dei gusti di gelato attualmente censiti in Italia che sempre secondo la Coldiretti, è di poco inferiore ai 600. Nelle preferenze dei consumatori continua a primeggiare il cioccolato (27%), seguito da nocciola (20%), limone (13%), fragola (12%), crema (10%), stracciatella (9%) e pistacchio (8%) secondo Eurisko.

Un’offerta di colori e aromi per una spesa stimata in oltre 5 miliardi di euro per il consumo dei gelati che potrebbe addirittura registrare una forte espansione se solo il comparto riuscisse a sfruttare queste tendenze sociologiche, trasformandole in un nuovo business, magari legato alle nuove forme di turismo tipico ed enogastronomico.